Una serata all’insegna dell’esaltazione della poesia legata al Natale attraverso anche la storia dello strumento per eccellenza della tradizione calabrese, la zampogna. Questi gli elementi che hanno caratterizzato l’ultimo incontro delle Muse nell’ambito delle manifestazioni natalizie 2013.
Giuseppe Livoti – presidente Muse – in apertura di serata ha ricordato che la musica ha avuto ed ha ancora una grande importanza nella cultura popolare, e l’associazione ha voluto omaggiare i suoi soci conducendoli a riscoprire usi e tradizioni di due strumenti popolari come la lira e la zampogna.
Una conversazione tenuta da una vera e propria famiglia d’arte. Francesco, Alessandro e Roberto Tripodi, nativi di San Procopio in provincia di Reggio Calabria, hanno nel tempo raccolto del materiale tra spartiti, canti, versi e rime riconducibili al Natale.
Una manifestazione che è servita per descrivere al numeroso pubblico la “zampogna” o “ciaramedda” dell’area del reggino, denominata dalle nostre parti è chiamata –a paru – ricorda Alessandro Tripodi –. Un racconto interessante che vuole che questo strumento sia una trasformazione del flauto o siringa del Dio Pan, annoverando come suonatore anche Nerone. Un aerofano spiegato in tutte le sue componenti dal sacco dotato di 3, 4, 5 canne, terminanti con le ance, alla differenziazione dei suoni.
Un suono tipico e forte eseguito dal giovane Tripodi, melodia arricchita da versi e – muttetti- calabresi che fanno rivivere la calda atmosfera natalizia nei paesaggi innevati calabresi.
Francesco e Roberto Tripodi spiegando il loro amore per la musica trasmesso dalla loro madre già soprano, hanno parlato successivamente della lira calabrese, definita anche lira bizantina, utilizzata molto nelle zone di Monte Poro o della locride. Un cordofono ad arco fa notare Francesco Tripodi dove solo tre corde emettono suoni intensi e particolari. Cantu di Natali, E Ninna e Ninna La oh, Che duci stu figghiu sono stati i testi esaminati dai giovani suonatori. Testi tramandati da padre in figlio, da generazione a generazione. Interessanti i versi che parlano anche delle tradizioni gastronomiche calabresi come …Bambineddu duci assai li petrali ti portai. Ti li manda la mamma mia che cchiu ricca di Maria.
La conversazione è stata inoltre accompagnata dai commenti degli artisti delle Muse sul tema della natività, com’è stata trattata in pittura, scultura ed ancora nel classico presepe. Realizzazioni sulla natività, dalla lavorazione della pietra, alla radice di ulivo, ad elementi di recupero realizzati con abilità manuale da Angela Triolo, Luciana Ruggeri, Mimma Gorgone, Antonella Laganà, Pino Malara, Antonella Laganà, Nanà Logiudice, Carmelo Zoccali, Adriana Repaci, Davide Ricchetti, Adele Canale, Simona Scopelliti, Domenico De Lorenzo, Antonella Arcidiaco, Antonella Minasi, Silvana Longo, Rossella Marra. Inoltre varie poesie sono state lette dal Laboratorio diretto da Rossana Rossomando con gli scritti di Luigi Barberio, Pina Verduci, Celestino Teresa, Vanda Calcagno, Doro, Tina Stillitano, Iolanda Spinelli. La mostra sui presepi alla Muse sarà aperta fino a venerdi dalle ore 18 alle ore 20,30.