Walter Curatola incandidabile

Walter Curatola
Walter Curatola

Stamane è stata notificata la sentenza di rigetto del reclamo alla sentenza di primo grado di incandidabilità all’ingegnere Walter Curatola. A dare la notizia è proprio l’ex assessore comunale al Patrimonio che, senza “peli sulla lingua”, si sofferma e contesta il punto della sentenza sulla gestione del Settore. Nel dettaglio a pag. 15 della Sentenza si legge: “Ed invero, a parte che un simile approccio già di per sé tradisce un inadeguato modo di gestire il patrimonio edilizio comunale, inevitabilmente destinato a sfociare nelle criticità dinanzi segnalate, compresa la riscontrata e non contestata presenza in 73 casi di soggetti intestatari di alloggi con precedenti e/o pregiudizi di polizia per reati di natura associativa”.

Per l’ennesima volta, mi ritrovo a difendere i numeri già esposti in passato e che hanno caratterizzato la gestione del Patrimonio edilizio durante il mio breve mandato – afferma Curatola – Proprio sulla dismissione è stato di recente pubblicato un libro della Maggioli Editore come Linea Guida degli Enti locali e la beffa è che l’assessore di riferimento viene proclamato incandidabile per inattivismo. Questa sentenza evidenzia ancora una volta, che si disconosce la legge regionale riguardante l’assegnazione delle case popolari. Premesso, che alla mia persona viene contestato non il fatto di aver assegnato alloggi popolari ai mafiosi ma esclusivamente di non aver revocato tali alloggi a 73 persone con precedenti penali già residenti prima ancora che io fossi nominato assessore. All’articolo 10 delle Legge regionale n.32 del ’96, tra i requisiti per gli assegnatari non vi è menzionata alcuna richiesta riguardante reati penali di qualsiasi tipo. Quindi, se anche le autorità giudiziarie mi avessero informato della presenza di talune persone nulla avrei potuto legalmente fare utilizzando la normativa vigente per revocare l’alloggio popolare. A riprova di ciò, – continua l’ex assessore Curatola – è necessario da parte mia evidenziare che da oltre un anno ci sono i Commissari Prefettizi e i 73 alloggi sono ancora occupati da questi soggetti. E, per mia conoscenza, sino ad ora, non è stato effettuato alcuno sgombero. Tra l’altro di recente, sempre ai sensi della legge n.32, è stata approvata dal Consiglio Regionale della Calabria la proroga della data per la regolarizzazione degli occupanti abusivi. Quindi, coloro che al 30.06.2013 erano occupanti abusivi, possono presentare istanza di regolarizzazione al Comune di Reggio Calabria regolarizzando la loro posizione INDIPENDENTEMENTE dalla loro fedina penale. Ritengo per un semplice calcolo statistico, che oggi non sono più 73 i soggetti indicati con precedenti penali ma siano paradossalmente aumentati. Come Assessore al Patrimonio cosa avrei potuto fare in più nei 18 mesi del mio mandato? Nella sentenza, tra le altre cose, mi viene riconosciuto il mio impegno immediato ai controlli dei requisiti tramite la società Reges e la richiesta di “aiuto” alle istituzioni competenti per arginare il fenomeno abusivo ma poi tra le righe mi viene contestato che “avrei potuto fare di più” dimenticandosi forse che in quel momento stavamo gestendo la prima operazione di dismissione a livello nazionale del Patrimonio pubblico. Tra gli ex assessori sono l’unico che viene condannato senza alcuna contestazione personale, frequentazioni, fermi, intercettazioni ma, esclusivamente, per l’attività lavorativa del settore Patrimonio. Per chiarire meglio la situazione del settore Patrimonio Edilizio, convinti della bontà del lavoro da me svolto, i miei legali avevano richiesto nel ricorso, l’ammissione delle prove testimoniali dei soggetti, anche con ruoli dirigenziali, che avevano partecipato alacremente all’attività del settore ma il Collegio ha ritenuto opportuno non ammetterne nessuno. Come già detto per la sentenza di primo grado arriverò sino a Strasburgo per far conoscere la verità. Ho fiducia e rispetto nella Giustizia e in tutte le Istituzioni e nei prossimi giorni presenterò il ricorso in Cassazione”. 

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