Alfano: “Più duri contro i mafiosi”

Alfano17\12\2013 – di Carlo Viscardi – “I boss devono sapere che se proveranno a far uscire informazioni o ordini dal carcere, lo Stato non avrà nessuna timidezza per impedirlo ed è pronto a rendere più dura la normativa sul 41 bis” questa la dichiarazione rilasciata dal ministro degli interni, nonché vice premier Angelino Alfano, in un intervento alla Prefettura di Milano per un’audizione straordinaria davanti alla Commissione Antimafia. Ormai erano anni che non si sentiva un Ministro degli interni attaccare e rendere dure dichiarazioni in merito, l’ultimo a farlo, bisogna ammetterlo sia da destra che da sinistra, è stato Maroni, ex ministro degli interni dell’ultimo governo Berlusconi, ora presidente della regione Lombardia. Le dichiarazioni del ministro continuano inasprendo i toni dichiarando che le infiltrazioni della malavita organizzata “ha determinato una trasformazione del loro modus operandi non più caratterizzato dalla violenza o meglio non dalla sola violenza visibile. La criminalità organizzata che ha risalito la penisola si èspecializzata nell’offerta di servizi illegali forniti a basso costo all’imprenditoria locale” con lo scopo di “fare conseguire una posizione di vantaggio illecito” come l’abbattimento dei prezzi nel settore dello smaltimento dei rifiuti e l’offerta di attività di sovra fatturazione e falsa fatturazione”, così come “l’offerta di liquidità finanziaria senza costi bancari; Le organizzazioni criminali – ricorda il ministro – rimangono tra i più gravi fattori di sottosviluppo del Meridione e la più grave minaccia alla libertà economica nelle aree produttive del Paese; nonostante l’affinamento delle loro attività abbia consentito loro di proiettarsi nello spazio immateriale degli scambi finanziari, il tratto che distingue la mafia da ogni altro sodalizio criminale, resta il controllo fisico del territorio da cui deriva potere e prestigio.” Poi il ministro continua snocciolando i dati delle operazioni portate a termine nell’ultimo anno giudiziario spiegando che gli arresti sono stati 74 e camorra e mafia sono state le più colpite. E conclude a una domanda sulla sicurezza del pm di Palermo Nino Di Matteo : “Abbiamo offerto ai magistrati di Palermo ogni disponibilità che è nei poteri dello Stato. Oltre a quello che abbiamo offerto per la loro protezione non c’è nulla di più efficace, non ci sono altre forme di protezione rispetto a quelle che abbiamo immaginato ma se si dovessero identificare altre misure più efficaci noi siamo comunque disponibili; Siamo dalla sua parte e dalla parte di tutti i magistrati che sono impegnati in trincea e in prima linea”. Sembra che il “torpore”, dove sembrava caduto il governo Monti e anche questo governo Letta, sia terminato ed il governo, con le dichiarazioni del ministro Alfano, sia tornato a “ruggire” e a tirare fuori le “unghie” che sembravano spuntate da tempo.

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