Bersani, D’Alema, la vecchia nomenclatura. E Renzi vorrebbe cambiare tutto, ma suggeriamo a Renzi-Fonzie quello che dichiarò il Trap : ”Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”
Il primo cittadino di Firenze ha bastonato i suoi sfidanti assoggettando il 68% delle preferenze seguito da Gianni Cuperlo al 18% e da Pippo Civati al 14%. Dopo al pieno di voti in Toscana, Matteo Renzi ha vinto in Emilia Romagna e superato Cuperlo nelle grandi metropoli come Roma dove, nel voto degli iscritti, si era classificato secondo. Il Pd, ex Pci-Pds-Ds, muta pelle. E’ il ruzzolone delle divinità, degli esseri supremi. Tutti già comunisti, marxisti, tutti prosperati alle saghe dei «Gramsci-Togliatti-Longo-Berlinguer». Questa è stata fino a questo momento la formazione (con la veloce eccezione di Dario Franceschini e dell’ex sindacalista Gugliemo Epifani, però mai eletto e quindi passato dal giudizio degli elettori perché solo un Caronte) dei segretari del Pd. Da Walter Veltroni a Pier Luigi Bersani,. Anticipati nei Ds e nel Pds, da Massimo D’Alema e Achille Occhetto. Ed è altresì la capitolazione dei numi ex democristiani: Franco Marini e Beppe Fioroni che si erano apparentati ….e collocati con Gianni Cuperlo.
Massimo D’Alema: il terminale erede della storia del Pci-Pds-Pd perde. Con dignità. E’ stato il solo dei “vecchi” big rossi a mettere il proprio grugno contro “il toscanaccio”, ma perde. E male.
Pier Luigi Bersani: … e il suo ex “tortello magico” (guidato da Vasco Errani, governatore dell’Emilia Romagna) non pervenuti.
Il Pd gira foglio? . E chissà se si chiamerà ancora a lungo così? Renzi nominerà rapidamente la sua nuova segreteria. A gennaio ci saranno i congressi regionali, dove è atteso lo Spoils system dei segretari regionali, oggi quasi tutti di origine bersaniana o dalemiana. Nei prossimi giorni è annunciata la riunione dei capigruppo di Camera e Senato. Resisterà e reagirà Roberto Speranza, su designazione di Bersani? Al contrario di Luigi Zanda, capogruppo al Senato, uomo ritenuto vicino al così chiamato partito di “Repubblica”, il giornale-partito primo sponsor del nuovo segretario del Pd, Speranza apparrebbe quello che arrischia di più la sua poltrona di capogruppo. Già in tanti vedono come “indebolita” la sinora influente, Anna Finocchiaro, dalemiana di ferro e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato. La sovrana in rosso è ritenuta autorità chiave nel cambiamento della legge elettorale, ha combattuto perché la riforma non venisse portata alla Camera, dove invece Renzi auspicherebbe che attraccasse. Il perché è chiaro: il Pd a Montecitorio usufruisce di una schiacciante maggioranza ( anche perché ha quei 148 deputati dichiarati illegittimi in seguito alla sentenza della Consulta. In Calabria sono solo: Bruno Franco, Centro Democratico. Magorno Ernesto, Pd. Censore Bruno, Pd. Oliverio Nicodemo, Pd. e Covello Stefania, Pd.). Ma c’è già chi pensa che Renzi potrebbe nientemeno battezzare il sindaco di Torino Piero Fassino, schieratosi con lui, presidente del Pd. Renzi ha stravinto e in larga misura alle primarie, ma in ogni caso al voto vero e proprio non si dovrebbe andare prima di un anno, secondo le congetture più concrete e quindi con l’apparato rosso si dovrà sedere a trattare e avere a che fare. Ma nel Pd è la rivoluzione. Ammettono i vari leader ridimensionati : «Ha vinto Renzi, ma ha vinto a suo modo anche Pippo Civati. Ancora una volta non hanno capito quanto gli italiani sono distanti da questa politica». Com’ è caduto in “Padania” Umberto Bossi, calpestato da Matteo Salvini, nel Pd è caduto D’Alema, l’uomo però delle sette vite”, siete avvertiti. Gli stessi dalemiani, oggi, al suo “lider” lo biasimano di aver designato l’esagerato mite e troppo spirituale Cuperlo. Paradossalmente anche se degradato, da senatore, nell’8 dicembre della caduta degli dei del Pd, non ruzzola anzi riparte Silvio Berlusconi. Il Cavaliere, ormai in guerra e in lotta al governo attacca a testa bassa e sottilmente i “quattro colpi di Stato” consumati in vent’anni sulla sua persona ma presenta anche un governo di scopo “all’interno anche Vendola e Grillo” per modificare la legge elettorale e quindi andare a esprimersi con il voto. Lo enuncia di davanti a migliaia di esponenti dei circoli “Forza Silvio” all’Auditorium di Roma, Ieri, non solo le primarie del Pd, ma anche la convention di Berlusconi è segno della partecipazione, come d’altronde lo è stata la convention del Nuovo Centro Destra di Alfano. Renzi contro Berlusconi. Contro il Cavaliere, l’unico big che non esce rottamato da questo 8 dicembre
(PepGiann)
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