SUL: posizione su rinegoziazione e accesso agli atti

L’Ufficio Legale del S.U.L., in collaborazione con il proprio gruppo dirigente aziendale del Comune di Reggio Calabria, ha prodotto un elaborato che sta distribuendo ai dipendenti per richiedere la documentazione necessaria a rispondere alle lettere con le quali l’Amministrazione ha annunciato la sospensione del pagamento della PEO, cosa che comporta un danno valutabile intorno al 25% dello stipendio medio di ciascun lavoratore. I documenti richiesti sono indispensabili per produrre adeguate controdeduzioni. Crediamo che nessun dirigente e nessun amministratore vorrà negare il diritto elementare di rispondere ad un provvedimento con la dovuta precisione a tutela dei propri diritti, anche a costo di spostare i termini originariamente indicati. Sarebbe un grave caso di lesione dei diritti elementari delle persone e non gioverebbe, certamente, al ripristino della legalità nel Comune di Reggio Calabria per come noi auspichiamo, ossia partendo dall’identificazione delle responsabilità fondamentali.

 È la prima risposta che si sta dando ad atteggiamenti che negano qualsiasi forma di dialogo e concertazione per ricercare la soluzione più adatta e meno penalizzante per i dipendenti comunali. Il muro di non dialogo ci spinge a dire che siamo scandalizzati per la maniera in cui si sta sviluppando la vicenda PEO e per la pervicacia con cui ci si accanisce nei confronti dei dipendenti e si omettono le responsabilità che stanno in capo ad amministratori e dirigenti, soprattutto in presenza di un provvedimento economicamente pesantissimo che continuiamo a ritenere ingiustificato. Noi riteniamo che sia possibile far funzionare il buon senso e raggiungere un buon compromesso per evitare incrudimenti nella battaglia che potrebbe essere senza esclusione di colpi, sia nelle iniziative di lotta che in sede giudiziaria. E siccome se ne è fatto un gran parlare, spesso a sproposito, è utile ribadire la nostra posizione sulla cosiddetta rinegoziazione. Per il S.U.L. il termine rinegoziazione non esiste. Non c’è nessun atto da rinegoziare. Quelli compiuti in occasione delle contrattazioni aziendali sviluppate in passato avevano senso ed aderenza ai dettati contrattuali nazionali, tanto che l’ ARAN non ha mai pensato di censurarli, anzi ha esplicitamente approvato alcune delle manovre contrattuali che ora sono contestate. Lo diciamo noi che in passato neanche esistevamo, figuriamoci se potevamo contrattare.

La disponibilità che possiamo consegnare alla Commissione Prefettizia ed alla Dirigenza comunale è quella di rivedere errori (se ci sono stati), agendo per recuperare le somme eventualmente in esubero attraverso la diminuzione delle poste economiche delle annate di contrattazione che devono essere completate, senza produrre alcune penalizzazione sugli stipendi in atto e, tanto meno, sui dipendenti pensionati. Ovviamente ciò significherebbe, per noi, il ritiro della revoca della PEO ai dipendenti e la conclusione del procedimento giudiziario in corso, in quanto svuotato di ogni significato economico e normativo. Il S.U.L. ha già fatto presente ai Commissari che bisogna evitare che il ricorso individuale contro le indebite trattenute rimanga la sola alternativa per i dipendenti. Anche perchè ciò comporterebbe una spesa notevolissima per un Comune che, sebbene non dichiarato in dissesto, è certamente disastrato economicamente. E, per quanto riguarda il S.U.L., si porrebbe il problema che qualcuno risponda del danno alle finanze comunali, dato che pensiamo che debba finire l’epoca della irresponsabilità. Insomma, ci rivolgeremmo alla Corte dei Conti perché verifichi la legittimità degli atti compiuti che producono spese che il Comune, e quindi la collettività reggina, dovranno accollarsi e decida di rivalersi sui responsabili dell’eventuale sperpero. Il SUL continuerà la propria battaglia a fianco dei dipendenti comunali, non escludendo nessuna iniziativa né di lotta, né di solidarietà, né giudiziaria, né politica. Vogliamo risolvere i problemi esistenti e liberare i dipendenti comunali dall’incubo del possibile consistente abbattimento dello stipendio, ma anche da una opinione che si è voluta artatamente creare che denigra i lavoratori del Comune e li indica come “sentina di tutti i vizi”.

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