di Fabrizio Pace – Non bastano due ore per calcolare i numeri incredibili della più grande persecuzione giudiziaria di tutti i tempi che, forse politicamente, si è conclusa ieri con il voto che ha fatto decadere dal suo ruolo di senatore Silvio Berlusconi. Il cavaliere ha dovuto affrontare 34 processi nei quali è stato chiamato a rispondere di 40 differenti capi di imputazione. E’ stato intercettato in violazione delle prerogative parlamentari persino quando era capo del governo. Nel computo appena fatto non sono annoverate le decine di inchieste aperte sia in Italia che all’estero ( in Spagna venne messo sotto inchiesta, poi archiviata, per la vicenda TeleCinco) e poi crollate miseramente, anche se prima “cavalcate” mediaticamente dai suoi avversari politici. Durante questi 20 anni è stato accusato di tutto : corruzione, falso in bilancio, concorso esterno mafioso, riciclaggio, concorso in stragi, frode fiscale, corruzione giudiziaria, finanziamento illecito ai partiti, appropriazione indebita, aggiotaggio, insider trading, rivelazione di segreto d’ufficio, concussione, favoreggiamento della prostituzione minorile, abuso d’ufficio, vilipendio all’ordine giudiziario e induzione a rendere false dichiarazioni all’autorità giudiziaria. Ad oggi esistono 6 procedimenti in corso a fronte di 14 archiviazioni, 8 assoluzioni, 1 proscioglimento, 5 prescrizioni, 1 amnistia e 2 fascicoli depenalizzati. Silvio Berlusconi dal 1994 ad oggi è stato condannato 3 volte e con sentenze ed iter processuali incredibilmente discutibili segnati da una rapidità senza precedenti. Ad elencare le sue condanne ci vuole qualche secondo, nella vicenda di “Ruby” ha ricevuto in primo grado a 7 anni di reclusione per prostituzione minorile e concussione, nel processo Unipol, sempre in primo grado, è stato condannato ad 1 anno, e infine nel caso Mediaset in Cassazione a 4 anni per frode fiscale. Tra le nefandezze che Berlusconi ha dovuto sopportare durante la sua carriera politica non vanno dimenticate anche le accuse additategli dei pentiti di mafia che lo hanno citato in centinaia di verbali accusandolo di essere implicato nelle stragi mafiose, di aver “trafficato” e usato droga per assunzione personale oltre che per aver comprato alcune partite di calcio in Champions League. Tutti i media hanno spiattellato sadicamente in piazza i particolari della sua vita privata e della sua famiglia, documenti stranamente fatti trapelare ad hoc da carte segregate ed in mano alle procure. Il “berlusconicidio” di ieri è solo il triste risultato di una sproporzionata e lunghissima caccia all’uomo che è costata cifre incredibili ai contribuenti. Non sono mancate le solite ignobili scene di giubilo, che si erano già manifestate quelle poche volte che il cavaliere è stato sconfitto (anche in redazioni di quotidiani nazionali importanti così come si evince dalle foto postate sui social). Ma proprio mentre la votazione in Senato lo dichiarava decaduto Silvio Berlusconi annunciava l’inizio della sua nuova battaglia per la libertà perché da combattente vero sa bene che la “guerra” non è assolutamente finita. Anzi ….. Silvio l’aveva già detto “Io non mollo!”