È morto a Genova, all’età di 92 anni, Raimondo Ricci. Avvocato, esponente del PCI ed ex presidente nazionale dell’Associazione Partigiani D’Italia. Nel 1943, da partigiano, venne arrestato dalla Guardia Nazionale Repubblicana e dopo essere stato recluso in vari carceri liguri venne deportato nel lager di Mauthausen dalla Gestapo da dove venne liberato nel maggio del 1945 all’età di 24 anni. Rientrato in Italia fu consigliere comunale e da avvocato difese sindacalisti e militanti comunisti. Nel 1969 fu presidente dell’ANPI Provinciale di Genova. Nel 1976 fu eletto al Parlamento per il PCI e lo fu per tre legislature. Ha fatto parte della Commissione d’Inchiesta sulla P2. Nel giugno 2002 fu testimone ad Amburgo contro Sigfried Engel, comandante della Polizia Tedesca a Genova e responsabile delle stragi naziste in Liguria. Nel 2009 eletto presidente nazionale dell’ANPI lo fu fino all’aprile 2011. Fu presidente dell’Istituto ligure per la storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Ricorda il sindaco Marco Doria: « La mia generazione, nata dopo la guerra, ha avuto grandi maestri di democrazia e di libertà. Abbiamo imparato il valore dell’antifascismo e della Resistenza da testimoni di eccezionale forza morale. Abbiamo compreso il significato profondo della Costituzione italiana da padri costituenti o da interpreti appassionati. Di tutto questo Raimondo Ricci è stato esempio. Antifascista nella clandestinità, deportato a Mauthausen, dirigente dell’Anpi, parlamentare del Pci, avvocato insigne, difensore delle istituzioni democratiche contro l’eversione, le trame occulte e il terrorismo, ha espresso unsenso alto della politica e ha lavorato nei decenni successivi alla Liberazione per costruire un rapporto nuovo, secondo i principi della Costituzione, tra le istituzioni democratiche e gli apparati dello Stato. La sua figura è strettamente legata alla storia e alla memoria collettiva di Genova, di cui fu anche consigliere comunale. Può indicarci valori di cui la società attuale ha grande bisogno».