La Regione Calabria, in partnership con Lombardia e Toscana e l’Amministrazione Penitenziaria, partecipa al progetto proposto dalla Regione Emilia-Romagna “La presa in carico del paziente affetto da patologie complesse negli Istituti penitenziari: profili epidemiologici e contesto ambientale” che è stato approvato dal CCM, Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie, presso la Direzione Generale Prevenzione del Ministero della Salute, come primo tra i progetti del 2013. Il progetto, che si svilupperà nell’arco di un biennio – si legge in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale – persegue la finalità di costruire un profilo della salute delle persone detenute e di quei fattori che possono influire negativamente sulle condizioni sanitarie, in particolare di quelle ambientali, e costruire modelli e strategie d’intervento per migliorarne le condizioni di salute, condivisi tra le Regioni partecipanti e l’Amministrazione Penitenziaria, così come previsto dalla normativa di trasferimento delle funzioni della sanità penitenziaria alle Regioni. Le criticità del contesto penitenziario e le precarie condizioni di salute dei detenuti richiedono lo sviluppo di una complessiva risposta organizzativa che, nel rispetto dei compiti dell’Amministrazione Penitenziaria e delle Regioni, può consentire di produrre indicazioni di carattere generale sulla gestione delle patologie croniche anche alla luce delle significative criticità ambientali che caratterizzano il contesto carcerario. Pertanto rientrano tra le attività del progetto la definizione di un modello condiviso tra le Regioni partecipanti, la raccolta e l’analisi dei dati sulle condizioni di salute della popolazione detenuta, la condivisione tra le Regioni coinvolte di software informativo o software gestionale per la raccolta di informazioni sanitarie individuali dei detenuti, la realizzazione di un report sulle condizioni ambientali sfavorevoli per la salute in alcuni Istituti di pena ritenuti rappresentativi degli Istituti penitenziari di ogni Regione, la definizione profili di salute nelle carceri delle Regioni partecipanti; le stesura di linee guida operative sulla riduzione dei rischi e sulla gestione delle emergenze connesse a problematiche legate alle condizioni di salute dei pazienti, e alle sfavorevoli condizioni ambientali; la realizzazione di percorsi formativi rivolte al personale sanitario e penitenziario, ed infine la diffusione dei risultati attraverso documentazione e momenti di presentazione. “Si tratta di un risultato che accogliamo con particolare soddisfazione- ha dichiarato il Presidente Scopelliti – perché dimostra come la Regione Calabria, sebbene in piano di rientro, sia considerata fra quelle che in questo specifico delicato settore di sanità pubblica possono esprimere attività progettuali e prassi operative condivise con regioni storicamente considerate di punta nell’assistenza sanitaria nazionale”.
C/S