“Non ci possono essere fraintendimenti quando si parla di Chiesa e di lotta alla ‘ndrangheta. E la dimostrazione sta tutta negli atti intimidatori, e negli attentati che vedono, soprattutto negli ultimi tempi, destinatari molti sacerdoti. Uomini impegnati in ‘prima linea’ nei quartieri più difficili delle nostre città, nelle zone a più alta concentrazione criminale, dove si pongono come baluardo ad ogni tipo di condizionamento mafioso. Come hanno più volte affermato e ribadito molti parroci , anche in Calabria: «mafia e Vangelo non possono stare insieme ”. E’ quanto afferma il Segretario Questore del Consiglio regionale Giovanni Nucera, che prende spunto dalle dichiarazioni di don Pasquale Galatà, parroco della Chiesa di San Gaetano Catanoso della città della Piana. “Assieme a don Pasquale – afferma Giovanni Nucera – ci sono, nei nostri centri e nelle nostre periferie, tanti e tanti altri silenziosi parroci che giorno dopo giorno portano avanti il faticoso lavoro di ricostruzione e fortificazione delle coscienze. Sono uomini di Fede che diffondono con pazienza e perseveranza quella pedagogia antimafia che non è solo quella del Vangelo, ma professano il rispetto e l’amore nell’umanità, ed operano, anche attraverso colloqui riservati con le singole persone, per indurre al pentimento ed alla riconciliazione”. “E allora per evitare fraintendimenti, credo – prosegue il consigliere regionale Giovanni Nucera – sia necessario rispettare un equilibrio tra uomini dello Stato, chiamati a far rispettare le leggi, e gli uomini di Chiesa, che pur essendo dotati di un particolare carisma, sono comunque uomini biologicamente perfettibili. Io non credo che ci siano veri sacerdoti e fedeli portatori del carisma presbiteriale in grado di sostenere o affiancare premeditatamente in alcun modo l’azione arbitraria e violenta della mafia”. “Solo analisi superficiali, spesso influenzate da una distorta informazione, a trasformare una nobile idea di solidarietà propositiva in strumentale, e qualche volta anche apparente, complicità, o omertà, che certamente non appartengono alla concreta volontà del sacerdote”. “Nel mondo degli uomini – afferma ancora il Segretario Questore del Consiglio regionale – esistono professionisti dell’antimafia, tra laici e sacerdoti, che spesso inducono anche nobili Magistrati, dotati di grande esperienza e professionalità, a non essere del tutto pertinenti nella valutazione. La questione vera non è difendere questo Vescovo o quel sacerdote, ma è piuttosto quella – conclude il consigliere regionale Giovanni Nucera – di saper discernere, al di là dei fatti come qualche volta appaiono, fra una volontà delinquenziale ed un coinvolgimento ispirato da positivi e nobili propositi, così come in origine fu l’impegno di Mons. Giancarlo Maria Bregantini, ex Vescovo di Locri e Gerace, che mise in pratica una sua grande intuizione, che poi altri hanno gestito”.
C/S