E’ di queste settimane una strana polemica animata da un’intervista pubblicata sul una testata nazionale, che viene richiamata le pagine dei media locali. Si tratta di un’intervista rilasciata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri a Il Fatto Quotidiano che iniziava con l’esaminare l’operato del nuovo Pontefice che mira a contrastare il malaffare diffuso innervosendo i clan e finiva con una disamina e un’allarmante dichiarazione: ” ’Ndrangheta e Chiesa camminano per mano”. Un’affermazione molto dura che trova in parte riscontro nell’incessante opera che Gratteri porta avanti contro la malavita organizzata calabrese ormai da tanti anni nei quali spesso ha constato la profondo fede religiosa dei boss. E’ una verità provata che alcuni ‘Ndranghetisti possano sentirsi o definirsi religiosi ma questo di per se non fa di loro degli uomini di fede, in quanto nei fatti poi tradiscono in pieno quelli che sono i precetti basilari della parola di Cristo. Però sempre secondo quest’ultima, nell’immensa misericordia del Padre, un Suo Ministro ha l’obbligo di ascoltare e tentare di redimere anche il peggiore dei peccatori. Ecco forse quale potrebbe essere l’altra lettura dell’affermazione con la quale, sempre durante l’intervista Gratteri afferma “I preti, poi, vanno di continuo a casa dei boss a bere il caffè, regalando loro forza e legittimazione popolare”. In quest’ultimo caso, sembra di essere di fronte ad un vero e proprio attacco contro il clero locale. L’Arcivescovo Metropolita Giuseppe Fiorini Morosini, sempre molto attento agli avvenimenti del territorio, ammette che la Chiesa non è in alcuni casi esente da colpe, ma di sicuro non è anche l’unica tra le “forze” che operano nella società civile a doversi fare l’esame di coscienza. Esistono uomini di chiesa che hanno immolato la loro vita nella lotta alla ‘Ndrangheta, di cui sono stati consapevoli martiri, quelli di cui si ricordano le “gesta” spesso solo negli anniversari di commemorazione. Non è difficile immaginare come sia costretto a comportarsi un uomo di Chiesa che vive realtà e territori disagiati, per esempio paesini dell’entro terra calabrese, dove il contatto a vista con i delinquenti è quotidiano e la presenza dello Stato è rappresentata da qualche carabiniere. C’è quasi una sensazione di abbandono o di rassegnazione in coloro che vivono quelle zone che trovano un’isola felice una zona neutra inviolabile che è la parrocchia di turno. In questi posti solo introducendo più cultura ed educazione si riuscirà a sconfiggere la ‘Ndrangheta. Le affermazioni di Gratteri per un cattolico sono molto difficili da digerire. L’esistenza dei preti corrotti o vicini alle cosche è vera com’è vero che sono corrotti in quanto uomini e non preti. Come lo sono o possono esserlo altri individui che fanno parte di altre categorie quali magistrati, giudici,poliziotti, politici, professionisti e operai.
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About the Author: Fabrizio Pace
Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.