Comuni al fallimento, “grazie” Herr Doctor Monti

di Enzo CuzzolaAnche il Ministero dell’Interno, dopo la pubblicazione sul sito della Conferenza Stato-Città, quantifica e pubblica i trasferimenti per il 2013 a favore degli enti locali. Quanto al comune di Reggio, ma le cose non vanno meglio per il resto dei comuni calabresi, il taglio ammonta ad euro 5.835.880,59, e non è l’unico nell’ultimo triennio. Non bisogna essere del mestiere per capire come una riduzione di così rilevante portata, su entrate complessive 2012, per imu più trasferimenti, di circa 57 milioni, non sia poca cosa. I servizi, ormai all’osso, si ridurranno sempre di più.

Ma non è solo un problema di fondi. Anche la attenzione legislativa parossistica, che il Governo centrale riserva agli enti locali, non è da meno, nel creare problemi. Si pensi che la, tanto discussa ed osteggiata, Tares ad oggi potrebbe essere lasciata come tale, o si potrebbe ritornare al sistema Tarsu, in base al convertito decreto legge 102, salvo che non si sia già approvato il bilancio, almeno secondo una circolare in pectore del Dipartimento federalismo fiscale.

Che senso ha continuare a lasciare in vita gli enti locali? Si abbia il coraggio di tornare indietro nel nostro sistema Costituzionale e si accentrino tutte le funzioni al Governo centrale. Oppure si considerino gli enti locali per il ruolo oggi costituzionalmente loro riconosciuto, dalla riforma del titolo V della Carta Fondamentale.

Secondo un rapporto della fondazione Bertelsmann ( Italia oggi del 6 settembre scorso, pagina 14 – I comuni tedeschi senza soldi – di Roberto Giardina), pubblicato a fine agosto, almeno 10 milioni di tedeschi vivono in comuni che sono sull’orlo del fallimento e che non è più possibile amministrare in modo efficiente. La situazione è più grave nelle regioni della ex Germania Est: nella sola Turingia i debiti locali sono aumentati dal 2007 del 30%. Anche all’Ovest il deficit cresce: nel settentrionale Schleswig-Holstein i debiti sfiorano i 3 miliardi, oltre 1.000 euro a testa, neonati compresi. Di nuovi investimenti necessari, inutile parlare. I debiti totali dei comuni ammontano a 130 miliardi di euro, 20 in più rispetto a cinque anni fa. Non equamente divisi: le regioni ricche, al Sud, il Baden-Württemberg e la Baviera, diventano sempre più prospere, ma aumenta la resistenza a far fronte alle necessità delle zone più deboli (secondo la cassa di compensazione che regola i rapporti federali).

I Comuni non possono trovare nuove entrate e chiedono a Berlino di intervenire, a evitare che la situazione degeneri. In attesa di un intervento nazionale, non possono che tagliare dove possono: si chiudono i teatri e le piscine, si riducono le sovvenzioni culturali, gli extra per la scuola. Un paradosso nella ricca Germania. Il paese non è in crisi, ma molti piccoli centri sono sull’orlo del disastro: chiudono ogni giorno decine di negozi, perché i clienti preferiscono comprare in internet, la disoccupazione aumenta nei paesi, e diminuiscono di conseguenza gli introiti fiscali, mentre le grandi catene di distribuzione incrementano gli utili. Sembra la foto dei nostri comuni italiani, o almeno di quelli del meridione. O piuttosto la fotocopia di una modalità di agire mutuata dalla “potente” Germania. Forse dovremmo ringraziare Herr Doctor Monti. Ma mi auguro che non si debba continuare e quindi dover ringraziare anche Herr Doctor Letta.

banner

Recommended For You

About the Author: Redazione ilMetropolitano

Il Quotidiano d’Approfondimento on line Il Metropolitano.it nato nell’Ottobre del 2010 a Reggio Calabria, città in cui ha la propria sede, dal progetto di un gruppo di amici che vogliono creare una nuova realtà di informazione