Fondare biblioteche è come «ammassare riserve contro l’inverno dello spirito», scrive Marguerite Yourcenar. La biblioteca svolge una precisa funzione sociale, ancor più nei piccoli centri dove latitano i presidi culturali. Ne è convinto Armido Cario, storico e scrittore che tempo fa ha avanzato la proposta di attivare una biblioteca pubblica a Falerna, sollecitando una proficua collaborazione tra istituzioni: da un lato l’Istituto comprensivo, presidio di civiltà e formazione; dall’altro l’ente comunale che ha, tra i compiti, quello di favorire e di presiedere alle dinamiche di sviluppo, culturale e non solo materiale.
La proposta nasce da una constatazione negativa: lo stato in cui versano migliaia di titoli, volumi e riviste, depositati in anonimi scatoloni presso la scuola media di Falerna Marina. «La raccolta di tali volumi – dichiara Cario – fu realizzata attraverso il contributo collettivo di privati, case editrici, istituti culturali. L’iniziativa fu favorita dalla sezione lametina di “Italia Nostra”, di cui ero socio, che operò da semplice collettore e punto di raccolta. Il merito, tuttavia, va riconosciuto alla generosità collettiva e non ai singoli. Nell’ottobre 2009, i libri furono consegnati all’Istituto Comprensivo, mediante apposita convenzione. Nell’aprile 2010 si tenne addirittura una pubblica iniziativa di inaugurazione; due mesi dopo, il Consiglio d’Istituto approvava l’intitolazione della Biblioteca allo scrittore falernese Ugo Campisani. Tuttavia, la biblioteca non è mai effettivamente entrata in funzione». Ciò impedisce, a Cario come a numerosi altri, di effettuare ulteriori donazioni di testi.
La citata convenzione prevedeva che la scuola s’impegnasse «a collocare i suddetti volumi in appositi scaffali all’interno di propri locali, ritenuti più idonei a costituire una biblioteca». Previsione disattesa, certamente non per negligenza dell’istituto ma per difficoltà ed impossibilità oggettive quali l’indisponibilità di personale e di locali, atti allo scopo. Lo stesso accordo stabiliva, inoltre, che «i volumi verranno trasferiti dalla Scuola solo se il Comune di Falerna individuerà locali più idonei, destinati con delibera a costituire una biblioteca comunale». Ragion per cui, allo scopo di superare lo stato di impasse (che dura da tre anni) e per rendere fruibile il patrimonio librario così costituito, ut erat in votis, Armido Cario si è reso disponibile, offrendo «le proprie competenze e parte del proprio tempo ai fini dell’attivazione della Biblioteca. Tutto ciò in forma volontaria e gratuita», proponendosi di catalogare, collocare, curare le iniziative di apertura al pubblico e fruizione del patrimonio librario.
Contestualmente, ha invitato le due istituzioni in indirizzo (Istituto Comprensivo ed Amministrazione Comunale) ad adoperarsi e cooperare al fine di individuare un’utile soluzione di collocazione. «L’operatività della biblioteca – sottolinea Cario – produrrebbe vantaggi e positive ricadute sulla popolazione falernese, sia in termini di crescita culturale che di socializzazione. Infatti, la biblioteca, quale attore culturale, promuoverebbe presentazioni, eventi editoriali ed ospiterebbe dibattiti. Un luogo di socializzazione reale e non virtuale, una vera e propria mediateca aperta alle nuove tecnologie». L’ente municipale potrebbe, altresì, ipotizzare la costituzione dell’Archivio storico comunale (da accorpare, eventualmente, alla biblioteca), ove collocare i registri di stato civile, i documenti ed i carteggi più antichi, attualmente sistemati in luoghi ed in modalità poco idonee alla conservazione e consultazione, a causa dei ridotti spazi disponibili presso il palazzo municipale. Ciò allo scopo di salvaguardare, catalogare e valorizzare il patrimonio documentale in possesso dell’Ente e di favorire la ricerca storica locale. Proposta per la quale lo stesso Cario si è reso disponibile, gratuitamente e senza oneri per il Comune.