Sono stati identificati i responsabili di sette omicidi avvenuti tra il 1989 e il 2007 in una guerra di cosche. Arresti e perquisizioni sono stati eseguiti in varie regioni tra cui l’Emilia Romagna, dove da anni le cosche del Crotonese concentrano i loro interessi. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro, sotto le direttive della quale si è svolta l’attività investigativa che ha portato agli arresti ed alle perquisizioni. Oltre che in Calabria, l’operazione è stata effettuata in Emilia, Romagna, Lombardia, Piemonte, Campania e Abruzzo. Agli arrestati vengono contestati, a vario titolo, oltre agli omicidi, la detenzione abusiva di armi e lo spaccio di droga. Decisivo è stato in particolare il contributo testimoniale di Lea Garofalo. Tutte le testimonianze fornite da Lea Garofalo contenute in un’ordinanza, ed insieme alle numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali a riscontro di dichiarazioni di collaboratori di giustizia hanno permesso di ricreare uno spaccato dall’interno dell’associazione ‘ndranghetista. Tutte le persone eliminate erano soggetti che potevano dare fastidio agli affari dell’associazione a delinquere. Lea Garofalo, è stata uccisa perché aveva parlato con i magistrati mettendo a repentaglio le attività della famiglia e i suoi componenti. Un contributo essenziale quello reso dalla donna i cui funerali solenni si sono svolti lo scorso 19 ottobre a Milano. Le sue dichiarazioni, ritenute dagli inquirenti ”intrinsecamente attendibili”, hanno consentito di ricostruire i ruoli e le responsabilità dei sette delitti di ‘Ndrangheta.