La vecchiaia, come fase estrema dell’esistenza umana

La vecchiaia, come fase estrema dell’esistenza umana ha da sempre attirato l’attenzione di filosofi, poeti e scrittori. La figura del vecchio in gran parte dei casi è stata assimilata all’uomo saggio se non addirittura alla “saggezza” in quanto tale (questo il caso del dialogo “De senectute” di Cicerone dedicato all’anziano Catone). Lo stesso non si può dire per la figura della vecchia, assimilata spesso in letteratura ad una sorta di mezzana (tale, nelle Metamorfosi di Apuleio la vecchiaccia che custodisce la bella fanciulla rapita dai banditi). Gli esempi sarebbero moltissimi, tanti quanti i secoli trascorsi. Ai nostri giorni, Guido Gozzano, il giovane poeta sentimentale senza sentimenti nel descrivere le diverse fasi della vita dell’uomo arriva alla vecchiaia scrivendo “…poi la vecchiezza, l’orrida vecchiezza/dai denti finti e dai capelli tinti” (Guido Gozzano, I Colloqui). Un tema inesauribile ed oggi più che mai attuale anche nel nostro Paese che da anni si affida alla saggezza di un Presidente della Repubblica più che ottuagenario e si rivolge, come è giusto che sia, all’esperienza di tanti grandi vecchi. Ciononostante la condizione degli anziani nel nostro Paese non è sempre degna dei loro meriti e fa bene Papa Francesco a rammentarci sempre la figura del nonno in casa, quel nonno che certi assurdi ritmi della vita cosiddetta moderna vorrebbe confinato in ospizio. Della vecchiaia o meglio della vecchiezza si parlerà nel corso di un incontro promosso dall’Associazione Culturale Anassilaos che si terrà giovedì 31 ottobre alle ore 17,30 presso la Libreria Culture con l’intervento del Prof. Vincenzo Panuccio.

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