L’associazione animalista “DACCI UNA ZAMPA ONLUS” , realtà che opera da molti anni nel territorio reggino con l’unico scopo di salvare i randagi della città, è ormai allo stremo delle forze. Da un decennio infatti l’associazione conduce un’attività impari per salvare cani abbandonati da padroni senza cuore, randagi torturati impunemente da uomini folli, sostituendosi a quanto avrebbero dovuto fare le istituzioni preposte e portando avanti con forza campagne di pressione pubblica sugli enti istituzionali (Comune, ASP) preposti a regolamentare il fenomeno del randagismo nella nostra città nonché di sensibilizzazione e di coinvolgimento di tutti i cittadini. I volontari dell’associazione invitano tutta la cittadinanza e il mondo del volontariato reggino animalista e ambientalista ad unirsi alla manifestazione di protesta che si terrà Sabato 2 Novembrepresso il Canile di Mortara di Pellaro, struttura inaugurata nel lontano 2008 e mai aperta nonostante le continue pressioni dei volontari animalisti con ripetuti sit-in e cortei. La città di Reggio Calabria è l’unica nella provincia a non essere dotata di un canile-rifugio dove poter collocare i migliaia di cani presenti sul territorio, nonostante l’esistenza di una struttura sorta ad hoc e mai collaudata. L’unica soluzione ad oggi risultata praticabile per la lotta al randagismo nella provincia di Reggio Calabria è il mantenimento e la custodia dei cani randagi catturati sul territorio comunale presso strutture private mediante apposite convenzioni, dove a farla da padrone è la zoomafia, che anche sul nostro territorio gestisce il business dei canili lager sovraffollati e fatiscenti. A fine luglio dell’anno corrente il COORR (Comitato Reggino per i Randagi), realtà che raggruppa le associazioni animaliste del reggino, ha ottenuto un incontro con il Governatore Giuseppe Scopelliti, che, sentite le istanze dei volontari, ha convocato un tavolo tecnico per individuare soluzioni al fenomeno del randagismo, alla presenza di alcuni rappresentanti dell’Asp, dei volontari del CooRR e di alcuni rappresentanti delle cliniche private veterinarie che in questi anni hanno collaborato con le associazioni animaliste. Un tavolo realmente costruttivo, in quanto è stata avanzata l’ipotesi ‘sperimentale’ – proposta dallo stesso Governatore – che ha previsto lo stanziamento di 30mila euro da parte della Regione Calabria a sostegno della creazione di una convenzione tra l’Asp e le cliniche veterinarie private al fine di fronteggiare e arginare il randagismo attraverso il controllo delle nascite mediante interventi di sterilizzazione dei cani e dei gatti vaganti sul territorio comunale. Tale soluzione “sperimentale” per il Comune di Reggio Calabria avrebbe permesso di arginare il problema del controllo delle nascite, ad oggi unica soluzione praticabile per combattere il fenomeno dilagante dei cani vaganti, in attesa che si realizzi la ristrutturazione dell’U.O Lotta al Randagismo.
Troppe promesse mai mantenute….e ad oggi tutto tace!!!
Non può essere compito esclusivo dei volontari arginare il problema del randagismo con tutte le sue tragiche conseguenze, considerando che esistono leggi e finanziamenti statali già dal 1991 e che nel 2013 la Regione Calabria non ha permesso ai medici veterinari dell’Asp la possibilità di svolgere la propria professione, in quanto totalmente sprovvisti dei mezzi necessari ad intervenire anche in caso di incidenti. Stanchi e orami impotenti di fronte all’allarme randagismo, fenomeno totalmente delegato al mondo del volontariato nella vacatio delle istituzioni preposte, l’Associazione “DACCIUNAZAMPA ONLUS” chiede il sostegno di tutti coloro che vogliono dare voce al lamento degli animali maltrattati, affamati,torturati, seviziati, iniziando una lotta comune per il rispetto di diritti elementari ma negati solo nella nostra città. Pertanto sono invitati ad unirsi alla protesta che si terrà presso il Canile di Mortara di Pellaro non solo volontari e associazioni animaliste e ambientaliste, ma tutti i cittadini che hanno a cuore le sorti della nostra città, che vogliono condividere la scelta civile di stigmatizzare questa macroscopica “stortura” presente nel nostro territorio.