La situazione drammatica che emerge dall’annuale rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno 2012 ci racconta di un Meridione che sta sprofondando nella povertà, oltre a risultare a rischio di desertificazione industriale. I calabresi, soprattutto i giovani, continuano ad emigrare verso il centro Nord, e all’estero con un conseguente depauperamento umano e sociale che spoglia la regione di prospettive e ottimismo. E quando le forze politiche, al governo della regione dal 2010, riescono ad intravedere addirittura alcuni aspetti positivi di quello che è un andamento disastroso, ci viene quasi da sorridere amaramente pensando alla voluta omissione delle responsabilità attribuibili al centrodestra. E’ vero che il rapporto rimette il Mezzogiorno al centro dell’auspicata ripresa del nostro Paese, ma il rilancio della crescita economica è ancora lontano dalla percezione comune. L’Italia ha bisogno di ripartire dal Sud e dalla Calabria ma per questo c’è bisogno di ‘prendersi cura’ delle eccellenze, delle concrete politiche di sviluppo che passano dalla coesione sociale, dalla realizzazione delle infrastrutture, dalla valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, dalla formazione universitaria e della ricerca. Occorre, in poche parole, prima di tutto rispondere alla fame di lavoro: senza misure concrete che affrontino il nodo cruciale della disoccupazione, non solo giovanile, sarà difficile passare dalla teoria alla pratica. Il livello successivo è quello di riforme culturali che reimpostino il rapporto con la politica e le istituzioni.
Lamezia Terme, 18 ottobre 2013
C/S