di Carlo Viscardi – “Se la legge di stabilità comprendesse nuovi tagli lineari alla sanità pubblica, come trapela da indiscrezioni giornalistiche, salta il servizio sanitario nazionale, e non saranno garantiti i livelli essenziali d’assistenza”, questo è “’l’allarme” lanciato dal ministero della sanità, in merito alle “fughe” di notizie trapelato riguardo alla legge di stabilità in progetto di essere approvata, in queti giorni, dal consiglio dei ministri.
Tuona il ministro della sanità Beatrice Lorenzin : “Ho detto con grande chiarezza che il Sistema Sanitario Nazionale non può sopportare i tagli che abbiamo letto sui giornali, da 1,5 a 3 miliardi rimangono solo rumor negli scantinati del ministero dell’Economia; La sanità ha avuto tagli per 22 miliardi negli ultimi anni, se vogliamo mantenere certi standard non possiamo subire altri tagli.” E continua : “I risparmi si stabiliscono solo tra ministero e Regioni, non con tagli lineari ma con una mirata lotta agli sprechi. Altrimenti saltano le 15 regioni sotto piano di rientro e sono in difficoltà anche le 5 che hanno i conti in ordine.” Il ministro dell’economia Saccomanni si è limitato a rilasciare una vaga promessa di una soluzione equa. Ci si aspetta un confronto costruttivo nel CDM che si terrà oggi, e una ragionevole ripartizione dei tagli anche se non è solo il ministero della sanità a tremare per i tagli. Le reazioni alle indiscrezioni trapelate non si fanno mancare e la CGIL replica attraverso Cecilia Taranto che dichiara:“Un taglio dall’attuale spesa sarebbe devastante per la tenuta dei servizi ai cittadini e per la qualità del lavoro di medici e operatori sanitari. Siamo all’allarme rosso, al limite della sussistenza” chiedendo di “scongiurare ulteriori pesanti riduzioni dei livelli essenziali di assistenza, a partire dalla cancellazione dell’aumento dei ticket, che si tradurrebbero in altri 2 miliardi di tagli alla salute.” Questa idea è appoggiata dal segretario PD Epifani che si augura : “un altro segnale di inversione di tendenza e di fiducia rispetto alle attese dei cittadini chiudendo finalmente la stagione dei tagli continui alla sanità.” Altra tassa in arrivo sarà la TRISE, colei che sostituirà l’IMU, quindi che servirà a coprire i costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni, ci sarà un altro innalzamento della tassazione sulle rendite finanziarie dal 20% al 22%; Per quanto riguarda il lavoro, ci saranno deduzioni Irap per un massimo di 15mila euro ogni nuovo assunto, mentre la detrazione base riconosciuta ai lavoratori dipendenti potrebbe salire da un valore di 1.338 a 1.450 euro. Il meccanismo, che prevede una riduzione dello “sconto” in proporzione al reddito, si annulla attorno ai 55.000 euro. Una domanda ci si pone, e verrebbe naturale da porsi, ma un vero taglio allo spreco nel pubblico, nelle miriadi di “auto blu” non sarebbe una buona soluzione? Non sarebbe anche un’incentivazione alla pubblica opinioine, di vicinanza dello stato alla popolazione, facendo vedere che anche la tanto “famigerata CASTA” si priva di privilegi “superflui”?
Ma queste sono solo riflessioni di un pubblico cittadino.