Lo dichiara il consigliere regionale Tilde Minasi, firmataria insieme alla collega Gabriella Albano, di un progetto di legge, adesso al vaglio della III Commissione (Sanità, Attività sociali, culturali e formative) volto al contrasto della violenza di genere. “In sintesi – speicifica Tilde Minasi – siamo di fronte a nuove direttrici per il contrasto alla violenza di genere, ad una garanzia di maggiore protezione alle donne, ad un inasprimento delle pene con uno sguardo ai minori e la previsione di azioni indirizzate alla prevenzione, all’educazione e alla formazione. E’ stata senza dubbio una doverosa e sensibile presa di responsabilità, da parte delle Istituzioni, aver legiferato in tempi celerissimi in merito ad un problematica che non riguarda esclusivamente la sfera femminile della popolazione o il solo soggetto che ne è coinvolto. La violenza – aggiunge il consigliere regionale – sia essa fisica che morale o psicologica, infatti, ha inevitabili ricadute all’interno del nucleo familiare in cui si registra: si pensi ai bambini quando gli episodi si presentano tra le mura domestiche ed ai congiunti quando a farvi ricorso siano figure estranee alla componente familiare. Alla luce di tali considerazioni, sebbene fosse imprescindibile operare un giro di vite sulle pene e sulle misure cautelari, auspico che la conversione in legge del decreto sia, però, l’input prioritario da cui partire per avviarci verso un cambiamento culturale. La modifica di determinate condizioni – prosegue la Minasi – cui tutti dobbiamo contribuire ognuno per il proprio ruolo e con le proprie competenze, costituisce, al di là delle leggi che devono essere applicate, la conditio sine qua non per riuscire a emarginare il più possibile un triste bollettino che, purtroppo, ogni giorno viene incrementato. E’ sempre più indispensabile – conclude il consigliere regionale – veicolare un messaggio, soprattutto tra le giovani generazioni, che guardi ad un concetto semplice ma efficace: considerare le differenze di genere come risorsa e non come assurda scusante di più o meno gravi discriminazioni e gesti ingiustificabili”.