di Michele Favano – E’ la storia a dirlo. Società che ha superato i cento anni, con 31 scudetti vinti sul campo, spesso costruita per arrivare solo a quell’obiettivo, la conquista della Coppa Campioni. In realtà in tutto questo tempo la gloriosa società bianconera il trofeo più importante d’Europa è riuscito ad alzarlo solo in due occasioni, una tra l’altro molto discussa e per ben cinque volte si è dovuta accontentare del secondo gradino del podio. L’ultima corazzata di caratura mondiale era stata consegnata a Fabio Capello, uno squadrone, che però in campo internazionale fece poca strada. Poi lo sfascio di Calciopoli, la lenta ricostruzione, l’arrivo di Conte, i due scudetti vinti consecutivamente e l’idea di poter ricominciare a pensare a quel trofeo dalle grandi orecchie. Non da vincere subito, tanto per essere chiari, ma iniziarne a prendere confidenza secondo progetto tecnico. Lo scorso anno una buona partecipazione, primo turno superato dopo un inizio balbettante, il doppio confronto vinto con il Celtic agli ottavi, l’eliminazione meritata ai quarti con il Bayern. Quest’anno ci si presentava alla competizione con maggiori convinzioni e la certezza di avere rinforzato l’organico in maniera adeguata, rendendolo soprattutto più europeizzato, con gli arrivi di Tevez e Lorente. L’inizio, invece, è la fotocopia della passata stagione, un pareggio deludente con il Copenaghen, la brutta prestazione di ieri in casa con il Galatasaray di Roberto Mancini. L’ennesimo errore difensivo di questo avvio di stagione, la scarsa capacità di creare occasioni da rete, la forza di pareggiare prima e ribaltare il punteggio dopo e la beffa in chiusura di match, ancora per una svista in difesa, ma di quelle da non crederci. Risultato e prestazione a parte, quello che oggi preoccupa maggiormente, insieme ai risultati conseguiti da Napoli e Milan, è la netta differenza che ancora esiste tra le compagini italiane e le corazzate europee. Bayern, Real Madrid, Arsenal, Borussia D., oggi appaiono non solo imbattibili dalle nostre squadre, ma addirittura inavvicinabili. Il gap è evidente, il percorso di crescita probabilmente necessita ancora di qualche anno e soprattutto qualche soldo in più da investire sul mercato. Intanto, per la Juventus il cammino, dopo questi due pareggi, diventa molto complicato, così come successo lo scorso anno contro i campioni d’Europa del Chelsea, serve l’impresa nel doppio confronto con il Real Madrid, per poi giocarsi tutto in terra turca. Una sconfitta al Bernabeu potrebbe compromettere quasi tutto con largo anticipo. Speriamo di no, sarebbe davvero un peccato.
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