La statura di un leader politico si apprezza nei momenti di difficoltà, soprattutto nel tormento della grandi scelte. Che Giuseppe Scopelliti sia da tempo ormai il leader politico carismatico della Calabria non ci sono più dubbi. L’ultima conferma è arrivata dalla recente crisi del governo nazionale. Oggi la stampa calabrese riconosce il ruolo decisivo e vincente del coordinatore regionale del Pdl che in queste ore si sta spendendo con tutta la sua lungimiranza politica e la sua prestigiosa autorità affinché ritorni la compattezza nel partito. Dice, infatti: “Non s’è creato alcun gruppo, alla Camera e al Senato c’è soltanto Pdl-Forza Italia a cui bisogna dare un indirizzo nuovo”.
La Calabria con ben cinque senatori su sei ha fatto da apripista, ha assicurato alla pattuglia che ha messo in campo Angelino Alfano un gruppo consistente, in pratica la “prima pietra” dalla quale è stato costruito il progetto che comunque avrebbe assicurato la maggioranza a Palazzo Madama al premier Enrico Letta. Per intenderci: la Calabria ha fatto da “effetto domino” sul resto dei senatori moderati del Pdl che, in un momento così difficile e delicato per il Paese, hanno dimostrato senso di responsabilità. E non è stato un “tradimento” nei confronti del fondatore del Pdl Silvio Berlusconi, condizionato nelle scelta sbagliata di sfiduciare il governo dai soliti falchi, guidati nella circostanza da Bondi, Verdini e Santanché ma ben più semplicemente di un’iniziativa politica di grande respiro che mette in chiaro due cose: il governo Letta non può fare a meno del Pdl e il Pdl tutto sarà determinante per le sorti di questo governo. Il vero sconfitto non è Berlusconi, come tutta la stampa italiana pilotata dai ben noti interessi intende dimostrare, ma il Partito Democratico. E più esattamente quella parte rilevante del Pd (Renzi e D’Alema compresi) che da mesi stanno lavorando nelle segrete stanze per affossare Letta. Questi escono con le ossa rotte e non è difficile prevedere che gli effetti sconvolgenti si vedranno al prossimo congresso del Partito democratico le cui tante anime sono in ebolizione da tempo. Le trame delle congiure di Palazzo che stanno maturando in questa fase verranno fuori alla luce del sole. Il Pdl-Forza Italia della Calabria non ha alcuna intenzione di voltare le spalle a Silvio Berlusconi che verrà sostenuto nelle sue vicende giudiziarie, sul piano politico, morale e umano, da tutto il partito. Chiaramente il comportanmento del Pd e di altri settori importanti della Repubblica nei confronti di Berlusconi, che nelle ultime elezioni è stato votato da 10 milioni di italiani, è stato e resta indegno. Sarebbe bastato che il partito guidato dal “forcaiolo” Epifani seguisse le indicazioni del senatore Luciano Violante (la richiesta del parere della Consulta sulla retroattività della legge Severino) per rendere il percorso dell’eventuale decadenza da senatore del Cavaliere più leale e più logico. E invece no. Si vuole eliminare l’Avversario storico attraverso le vie giudiziarie, calpestando le leggi, alla maniera del Vecchio Far West. E su questo punto il Pdl tutto non ci sta e sarà al fianco del suo leader che resterà tale anche se sarà dichiarato decaduto e resterà tale anche se sarà mandato in galera. Insomma Il Partito democratico che si avvia alla fase tormentata del congresso dovrà continuare a fare i conti con un Pdl-Forza Italia più agguerrito che mai e “con un indirizzio nuovo” come dice Scopelliti. In sintesi: entro Natale si vedrà se lo sconfitto, come ciancia oggi tutto il mondo mediatiaco, è Berlusconi o i “carbonari” del Partito democratico. Tra parentesi: il Cavaliere ha cambiato idea, votando la fiducia a Letta, convinto anche dai sondaggi che vedevano una parte consistente degli elettori del Pdl favorevoli alla linea Alfano. I sondaggi da sempre sono il pane quotdiano di Berlusconi, il quale con questa mossa repentina ha sorpreso tutti ed evitato la spaccatura del Pdl. In Calabria una cosa è certa: il vincitore ancora una volta è Giuseppe Scopelliti. In uno dei commenti inneggianti al successo politico romano del Governatore, il quotidiano “L’ora della Calabria” conclude “E il Pd calabrese sta a guardare…”. Il senso è questo: anche nella delicata circostanza della crisi di governo Scopelliti ha fatto la parte da leone mentre i democrat calabresi continuano da essere inutili nei momenti delicati e litigiosi per il resto dell’anno, incapaci di darsi una linea o un progetto politico. L’unico collante è l’anti-Scopelliti, una strategia che non paga perché in ogni passaggio elettorale, comprese le ultime amministrative, il Governatore vince e il Pd continua ad essere l’eterno secondo, anche se adesso comincia a sentire il fiato dei pentastellati di Grillo. Scopelliti parla con i fatti. Non era facile in questa intricata vicenda nazionale prendere la decisione giusta. Scopelliti ha capito che era il momento di agire. E da coordinatore regionale del Pdl ha preso il coraggio a quattro mani, ha riunito la deputazione calabrese del partito nella sede romana della Regione Calabria e ha fatto la scelta di campo. Questa: “Pur restando vicini al presidente Berlusconi, il momento politico impone di seguire la linea del segretario Angelino Alfano che prevede il voto di fiducia al govrerno Letta”. Si intrecciano contatti, polemiche, prese di posizione, retromarce, ma i senatori calabresi Tonino Gentile (vice coordinatore regionale vicario), Pietro Aiello, Nico D’Ascola, Antonio Caridi e Giovanni Belardi (eletto nella lista “Scopelliti presidente”) hanno firmato la risoluzione Alfano. L’unica che è rimasta fuori è Dorina Bianchi che però nelle ultime ore ha avuto un incontro con Alfano. Tra i deputati ha dichiarato la sua fedeltà a Berlusconi Pino Galati. Scopelliti commenta: “La posizione di Pino è concordata, del resto siamo tutti fedeli a Berlusconi”. Il governatore spiega a “Gazzetta del Sud”: “Abbiamo fatto da battistrada nel Pdl per votare la fiducia a Letta, perché non si poteva tornare a votare con la vecchia legge elettorale. Si è trattato di un gesto di grande lungimiranza. E’ stata una giornata storica per la Calabria perché la nostra politica regionale ha determinato scelte nazionali”. Con questo nuovo successo Scopelliti rafforza e compatta tutto il centrodestra calabrese. Lui, che ha avuto prima di tutti l’idea di siglare iul patto con l’Udc a costo di qualche sacrificio del suo partito, oggi consolida la sua posizione sia come presidente della Giunta sia come coordinatore del suo partito Pdl-Forza Italia, all’interno del quale nel Reggino si stanno agitando le “mezze figure” (i soliti malpancisti che remano contro) in cerca di tessere e di collocazioni future. Evidentemente non hanno capito nulla, sarebbe opportuno che rileggessero la favola della rana e del bue. In democrazia i conti si fanno con i fatti e con i numeri e non con i comunicati e le contestazioni “truccate”.
FRECCIA DEL SUD