di Fabrizio Pace – Un altro barcone con immigrati clandestini e profughi è stato soccorso ieri, 27 settembre, dalla guardia costiera a 60 miglia dalle coste calabresi. Tutti gli occupanti la carretta del mare (155 migranti siriani e palestinesi, tra i quali 24 donne, due incinte, e 42 bambini, alcuni di qualche mese) sono stati condotti nel porto di Roccella Jonica (RC) per le procedure di rito. Gli sbarchi di immigrati clandestini sono divenuti quasi una consuetudine nelle regioni dell’Italia meridionale, questa chiara emergenza di carattere umanitario e secondariamente economico non suscita più l’allarme degli anni precedenti, ma è un “flusso” umano che non si è mai fermato. Bisognerebbe domandarsi perché gente in fuga dalla Siria, per entrare in Europa, approdi nel sud Italia e non nel sud della Grecia che verrebbe geograficamente molto più vicino e quindi anche meno rischioso. Sarà forse perché le nostre organizzazioni malavitose a carattere internazionale hanno impiantato nei paesi ad alto tasso emigrazione nuovi business? Sopratutto perché l’Europa aiuta così poco l’Italia nella gestione di questi flussi e non adotta provvedimenti nei confronti dei quegli stati dell’U.E. che non soccorrono i barconi in difficoltà ed addirittura respingono gli immigrati? Perché due pesi e due misure?
Se lo scopo dichiarato da chi arriva è entrare in territorio europeo per raggiungere “paradisi” come la Germania e la Francia, perché non entrare dalla “porta” via terra più vicina? La verità è che non tutte le carrette del mare vengono intercettate e poi molte delle persone che arrivano riescono a fermarsi sul territorio italiano e vanno inevitabilmente ad alimentare il mercato nero del lavoro o diventano per necessità preda della malavita. L’evasione fiscale attuata in modi differenti non è solo un problema che riguarda i cittadini italiani “furbi” o fiscalmente negligenti. Esiste sopratutto nel sud Italia un mercato di lavoro nero alimentato da stranieri irregolari che produce milioni di euro esenti da tributi per definizione, che sfrutta masse di disperati e che rimpingua con denaro “sporco” le casse degli sfruttatori. Le perdite erariali dello Stato sono facilmente comprensibili con euro che spesso escono dal circuito nazionale per andare nei paesi d’origine per il giusto aiuto alle famiglie che queste rispettabili ma non rispettate persone sono disposte o obbligate a dare. Il concetto che deve passare è che l’Italia non può accollarsi da sola il problema dell’immigrazione perché farebbe un danno a se stessa oltre che a quelle migliaia di persone che ogni anno sognano di cambiare la propria vita.