26\09\2013 – Riconosciuta, da molti, come una fase particolarmente “critica”, è luogo comune pensare all’adolescenza come ad un periodo della vita caratterizzato da diverse forme di crisi. Più generalmente, si definisce l’adolescenza come il periodo di transizione tra l’età dell’infanzia e quella adulta. È in questa fase che si manifestano una serie di cambiamenti. I primi, e più evidenti, sono quelli fisici: l’arrivo del menarca e delle prime forme femminili; la barba, i peli sul corpo e il timbro di voce più duro, sono i primi elementi che annunciano l’abbandono dell’età infantile. Ma se le trasformazioni corporee indicano che l’adolescente è pronto ad entrare nel mondo adulto, il livello di maturità cognitivo e sociale raggiunto fin qui, costituiscono invece un limite a quest’ingresso. Gli adolescenti, oscillano infatti, in un alternarsi di episodi di avanzamento e ritirata fra la comunità dei bambini e quella degli adulti. I cambiamenti corporei, sono i primi a provocare una crisi, in quanto vanno ad intaccare l’immagine di sé. Questo può portare una perdita dello schema di riferimento del corpo che, il bambino divenuto adolescente, si era costruito e abituato a vivere. Il cambiamento sul piano sociale investe, principalmente, le relazioni. L’adolescente comincia, a staccarsi dal nucleo famigliare avvicinandosi maggiormente al gruppo dei pari. Se, durante il periodo dell’infanzia, i genitori, attraverso il rapporto di cura gettavano le basi per la costruzione del concetto di sé del bambino, adesso, invece, sono gli amici ad assumere un ruolo più centrale in questo compito. Il gruppo dei pari, infatti, ha la funzione di dare un’identità all’ individuo. Il confronto con gli amici, ciò che pensano di lui, sono elementi importanti per l’incremento, o meno, della propria autostima che va a definire il concetto di Sé. Il gruppo è caratterizzato da un forte grado di conformismo. Ed è proprio questo conformismo, che genera, un senso di appartenenza e sicurezza. Una funzione del gruppo, è quella di superare la dipendenza dai genitori formando un nucleo lontano da quello famigliare, con delle proprie regole e una propria affettività. I genitori, quindi, che ruolo hanno, nella vita dei figli in questo periodo? Sono sempre più consapevoli, delle diversità esistenti tra i periodi storici nei quali loro e i loro figli sono cresciuti. Cambia il dialogo con i propri figli, divenuti adesso più capaci di porsi delle domande circa l’educazione ricevuta, la scelta scolastica, la scelta religiosa. La voglia di esplorare il mondo, non più percepito solo come ambiente domestico, espone l’adolescente a diversi pericoli, per questo motivo aumenta il bisogno di controllo e gestione della sua vita da parte del genitore. Ma, trovandosi in una fase di crescita dove la ricerca della propria identità e il bisogno di autonomia sono centrali per l’adolescente, questo controllo verrà percepito come eccessivo e bizzarro e sarà motivo di diverse discussioni tra genitore e figlio. Con il tempo, quando l’adolescente avrà raggiunto un certo livello di maturità, conquistata una propria identità, che lo porterà a saper giustificare le proprie decisioni e i genitori avranno imparato a tollerare le proprie ansie, il rapporto genitore-figlio andrà incontro a un altro cambiamento, caratterizzato, da una certa interdipendenza. L’adolescente, divenuto adesso giovane è pronto a fare il suo ingresso nel mondo adulto.
Dott.ssa Antonella Mento, psicologa