Minasi. L’importanza delle iniziative pubbliche non mirate alla propaganda personale

Clotilde Minasi
Clotilde Minasi

Le iniziative pubbliche nelle quali è previsto un coinvolgimento ed un confronto con la cittadinanza tornano sempre utili perché stimolano al dialogo ed all’analisi di determinate problematiche. In quest’ottica, quindi, è meritevole di attenzione l’incontro promosso dai consiglieri regionali Demetrio Naccari e Nino De Gaetano. Certamente, sull’onda delle dichiarazioni rese da questi ultimi in piazza Italia, sarebbe stato forse più produttivo indirizzare tale appuntamento verso direttrici diverse.

Pur non nascondendo il momento difficile e di crisi che, come da più parti  si registra, investe tutto il territorio italiano, forse sarebbe il momento di non gettare benzina sul fuoco ma piuttosto di cercare di arginare le fiamme.

In un contesto sociale nazionale provato da disagi evidenti, andare in piazza a discutere con i cittadini, in questo caso i reggini, deve divenire un esercizio non collocato in un percorso di propaganda personale, bensì inserito in un cammino propositivo e foriero di programmi che sostengano le esigenze di un territorio e lo aiutino a poter emergere da situazioni poco agevoli.

In un frangente in cui, anche a livello nazionale, si assiste ad una politica “di grandi intese” proprio per il bene comune, al di là delle idee e delle posizioni, sarebbe più che mai auspicabile che proprio in ambito locale si potesse assistere ad un’unità d’intenti che andasse oltre e guardasse, appunto, ad un rinnovato benessere.

Un discorso più ampio che inglobi, però, anche responsabilità (per quanto riguarda il famoso ‘buco di bilancio’ su cui i due consiglieri regionali hanno imperniato gran parte della loro ‘arringa’) non ascrivibili solo all’oggi ma frutto di progettazioni che derivano da gestioni amministrative passate, dalle quali le Giunte degli ultimi dieci anni hanno ereditato non solo parte del debito ma anche servizi ridotti praticamente quasi allo zero.

I Servizi Sociali poco attivi, opere pubbliche che hanno avuto rilancio proprio grazie agli impegni assunti nell’ambito del Decreto Reggio con cantieri riattivati o aperti ex novo grazie a finanziamenti ulteriori (basti solo pensare al tapis roulant su tutte),  la realizzazione di progetti per le fasce deboli e l’occupazione giovanile che non avevano trovato spazio nelle azioni del passato, la difficoltosa gestione delle società miste che non sono nate da un’idea recente ma che risalgono al 2001, quindi ben prima dell’elezione di Giuseppe Scopelliti a sindaco.

Andare a parlare ai cittadini di quanto accaduto, senza fare un esame di coscienza, senza prendere atto degli eventuali errori che tutti possono compiere nella gestione della cosa pubblica, può essere fuorviante non solo per l’opinione di ascolta.

D’altra parte, se, ad esempio, si fossero ripercorsi determinati frangenti, probabilmente le colpe ascrivibili a chi ha governato prima del 2002, sarebbero venute fuori in maniera più dettagliata insieme ai rispettivi addebiti, per i quali anche qualcun altro, oggi, avrebbe dovuto fornire risposte di fronte agli organi inquirenti.

Adesso il Comune è guidato da una terna commissariale che deve attuare un piano di rientro. Un passaggio doloroso senza dubbio, ma che oggi non deve registrare attacchi strumentali basati su ‘je accuse’ contenenti sempre gli stessi ritornelli: non è di questo che ha bisogno Reggio.

E’ il momento di rimboccarsi le maniche e non solo disquisire su determinati argomenti per un pour parler, o meglio farlo con soluzioni tangibili e non irrealizzabili. Legittimo voler “vederci chiaro”, ma per poter avere una visione limpida bisognerebbe esaminare gli avvenimenti in maniera obiettiva e non con standard soggettivi, altrimenti si potrebbe pensare che il voler addentrarsi in queste disamine sia solo frutto di calcoli utili alla causa di chi si produce in tali iniziative e pubbliche espressioni.

Anche perché, coloro che hanno organizzato l’incontro di piazza Italia, hanno sempre occupato posti di rilievo non solo a livello comunale ma anche a livello regionale, con incarichi in Giunta e deleghe significative, attraverso le quali avrebbero potuto quantomeno cercare di risolvere ataviche situazioni e lasciare ‘tracce indelebili’ sul territorio e tra i cittadini calabresi. A mio avviso, per poter giudicare lucidamente le lacune altrui è necessario, in primis, soffermarsi sulle proprie: essere consapevoli di quanto fatto con il proprio ruolo pubblico è meno importante di ciò che invece non è stato realizzato. Da qui, semplicemente, dovremmo ripartire. Altrimenti i reggini sentiranno, da ogni pulpito, le medesime affermazioni che sanno solo di discorsi vecchi e polverosi, inutili, e capaci solo di avvelenare ulteriormente un clima già intaccato da quanto le cronache nazionali quotidianamente riportano.

Tilde Minasi – Consigliere Regionale

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