Città Metropolitana – Inadeguati riscontri politici comunali

Riceviamo e Pubblichiamo

etna-vista-da-reggio-calabriaL’occasione più recente è rappresentata dalla pubblicazione di un libro del Prof. Beniamino Cordova, ancora una volta testimone di un qualificato profilo culturale, ormai accreditato sul piano storico e, nella specie, della ottima conoscenza delle problematiche metropolitane. Purtroppo l’iniziativa si innesta in una atmosfera cittadina poco propensa a recepirne il messaggio, ben compresa di più pressanti problematiche. Pur tuttavia occorre insistere giacché, a seguito di una ipertrofia legislativa sovente ondivaga e talvolta anche sprovvista di copertura costituzionale, i tempi incalzano e, come noto, la scadenza del 1° gennaio è intransigente nel richiedere concrete iniziative sul territorio (a parte il previsto rinvio per la Città di Reggio Calabria).

Tre anni orsono, vigendo la normativa dell’epoca (norme sul federalismo fiscale che riconoscevano ufficialmente Reggio Città Metropolitana) ho sollecitato ripetutamente il Comune e la Provincia a costituire gruppi di studio, assolutamente fondamentali, per una analisi approfondita dei vari aspetti del problema soprattutto attraverso un fondamentale coinvolgimento, in chiave di governance, di tutti i comuni della provincia reggina.

Ad una generica adesione non è purtroppo conseguita, diciamolo francamente, una risposta seria e concreta da parte dell’Amministrazione Comunale dell’epoca, per cui con tristezza abbiamo assistito a posizionamenti addirittura centrifughe (Gioia Tauro) o arroccamenti su sterili tutele municipalistiche.

Positive sono state al contrario le plurime iniziative dell’associazionismo, stimolando ed ottenendo una sinergia abbastanza fiorente fino ad una cooperazione di oltre venti associazioni di ottima qualità rappresentativa e di notevole capacità di produzione di iniziative.

Una serie di convegni, tra cui ricordo “ per gli interessi convergenti”, che sono state positivamente accolte e gestite dall’Amministrazione provinciale, con la partecipazione di un folto numero di docenti universitari (urbanistica, economia, trasporti, cultura degli Stretti), ma soprattutto con la qualificata e convinta partecipazione del comune e provincia di Messina.

La stessa Amministrazione, avvalendosi della normativa di propria competenza ha anche predisposto una prima interessante “bozza” di un piano strategico metropolitano, coinvolgendo quello precedente, di carattere municipale, redatto per conto dell’Amministrazione comunale reggina.

La stessa Amministrazione provinciale ha poi curato, utilizzando risorse europee, la redazione di un progetto (progetto ESI) per il rilancio appunto della cultura specifica maturatasi nell’Area dello Stretto di Messina, appassionatamente stimolata dall’ottimo professore José Gambino.

L’argomento è stato approfonditamente ripreso in una mia pubblicazione (Reggio, Città Metropolitana nell’area dello Stretto) gia presentata nella manifestazione la “Festa del Mare”, organizzata dal Circolo Posidonea.

La pubblicazione che si onora della presentazione del professore Franco Karrer, estende l’indagine culturale ad ampio raggio, fino ad offrire una rassegna commentata della più recente normativa in materia.

L’autocitazione mira esclusivamente ad evidenziare ancora una volta il distacco profondo tra le iniziative di cultori e studiosi della materia rispetto ad un imperdonabile disimpegno della classe politica reggina (a parte una recente iniziativa dei Repubblicani Reggini).

Non è più tempo di tergiversare.

Il Comune, gestito commissarialmente e quindi maggiormente coinvolto nell’esame di altre problematiche, per la verità non si è speso per nulla in materia.

Ora dunque si ritorna a parlare di Città Metropolitana, ma non ingannino scontati, vacui appelli, sicuramente tardivi ed ancora versati in scontate proclamazione di rappresentazioni generiche della vastità di problemi, dopo anni di totale disinteresse.

L’augurio è d’obbligo: rimboccarsi le maniche vuol dire soltanto assumere serio impegno per la realizzazione di iniziative politiche con la presenza delle rappresentanze politiche nazionali, regionali e locali, sperando che, rifuggendo da atteggiamenti meramente presenzialistici, si affrontino con cultura e competenza le complessità delle interessanti tematiche che, opportunamente, si propongono come un ultima chance di riscatto della nostra terra.

Giuseppe Tuccio

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