13.56 – di Fabrizio Pace – Sta rimbalzando su facebook la notizia di un post molto offensivo rivolto dal giornalista corrispondente per Repubblica e in forze al Quotidiano della Calabria, Giuseppe Baldessarro riguardo la figura dell’ Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini. “Cesso” è l’appellativo molto forte e poco educato con il quale è stato insultato l’alto prelato. La frase che riportiamo in toto nell’immagine tratta dal social network, è stata il frutto di un ragionamento sul alcune frasi di Monsignor Morosini riguardanti la cultura democratica, liberale e garantista che non è sfuggita agli attenti lettori del social più usato al mondo. Ora premesso che ognuno è libero di pensare ciò che vuole, offendere pubblicamente un’altra persona chiunque essa sia non è cosa che può passare inosservata. Ne abbiamo avuto la conferma in altri illustri casi, nei quali offese, frasi offensive o foto particolari su facebook si sono trasformate giustamente in polveroni mediatici. L’Arcivescovo di Reggio Calabria ricopre il suo “ruolo” da pochissimo tempo ma ha subito dato un segno di discontinuità nei confronti del passato e si è fatto già amare per piccoli gesti rimasti nella memoria della gente, come ad esempio aver sostenuto la Vara della Madonna della Consolazione durante un momento della processione. Offendere pubblicamente il pensiero di un uomo di Dio, che opera in un territorio difficile come il nostro, semmai anche non se ne condividesse la fede religiosa (non sembra questo il caso), non è un atteggiamento da tenere, a nostro avviso, in un dialogo civile. Queste le parole presenti sul profilo facebook del giornalista che pare siano essere state dette da Morosini: “Nessuno è mafioso fino al terzo grado di giudizio, e comunque vanno lette le motivazioni delle sentenze, perché i giudici sono uomini e come tutti gli uomini possono sbagliare”. Cosa ci sia di disdicevole non lo si comprende a meno che non si vogliano cercare dei doppi significati alle parole o non gli si vogliano dare interpretazioni faziose. Il giornalista commenta le suddette parole con ” Io invece non sono garantista dunque per me questo vescovo è un cesso, e per dirlo, oltre che pensarlo, non ho bisogno di attendere alcuna sentenza”. Scurrile il termine usato nella riflessione personale che ha fatto inorridire i cattolici che credono nella figura di Morosini e lascia molto riflettere anche la parte in cui Baldessarro si auto-definisce un non garantista. Non meno grave la condivisione del pensiero dimostrata da altre figure di rilievo.
