di Fabrizio Pace – E’ cominciato ieri, con l’arrivo a Milano da Roma del fascicolo processuale, l’ultimo atto del processo a Berlusconi. Quello, che per intenderci, dovrebbe farlo fuori dalla vita politica del paese perché riguarda la pena accessoria della condanna per frode fiscale, che prevede l’interdizione dai pubblici uffici.
La presenza di Berlusconi in Parlamento potrebbe essere fatta decadere applicando la legge Severino (che prevede l’ineleggibilità per chi è stato condannato a più di due anni di carcere) ma in questo caso la decadenza sarebbe tutt’altro che scontata poiché numerosi giuristi, anche di area progressista avrebbero sollevato molteplici dubbi sulla retroattività di quella norma.
Il vero pericolo per Berlusconi potrebbe invece venire da una sentenza che riporti in vigore, anche se con durata ridotta, l’interdizione annullata dalla Cassazione. E’ tutto in mano alla Corte d’appello milanese dove ieri sono state ricevute le motivazioni della sentenza della Cassazione.
Se il processo al leader PDL seguisse tempi normali l’attesa risulterebbe molto lunga ma siccome si tratta di un processo semplice che si può sbrigare in una sola udienza, si dovrà infatti solo decidere quanti anni di interdizione rifilare a Berlusconi (tenendo conto che la Cassazione ha ordinato di non superare i tre anni) presumibilmente verrà fissato in tempi molto rapidi.
Ma i tempi stimati si allungheranno perché i legali di Berlusconi “venderanno cara la pelle” del loro assistito, anzi prevedono che il cavaliere rimarrà a Palazzo Madama sicuramente sino a Natale e forse anche per Pasqua, infatti qualunque sia la nuova decisione della Corte d’appello non potrà essere esecutiva prima di un ulteriore vaglio della Cassazione.