03\10\2016 – Qualche giorno fa alcune dichiarazioni rilasciate durante una trasmissione televisiva, hanno fatto discutere ed infiammare gli animi sulle rive dello Stretto. Il critico d’arte francese Philippe Daverio, ospite a “Uno Mattina Estate”, ha espresso gratuitamente un parere fortemente negativo riguardo la città di Reggio Calabria e la vicina Messina, in relazione alla discussione di una richiesta per lo spostamento dei Bronzi di Riace nella città siciliana dirimpettaia. L’uomo ha letteralmente detto «Reggio Calabria è un posto terribile, Messina è un posto terribile. È un miracolo che la gente vada a Reggio Calabria. I Bronzi, quando erano esposti a Roma, hanno fatto in pochi mesi più visitatori di quanti ne abbiano fatto in anni lì». Nato a Mulhouse, in Alsazia, il 17 ottobre 1949 da padre italiano e da madre alsaziana, ha frequentato prima la Scuola Europea di Varese, e poi ha studiato economia e commercio, senza laurearsi, alla Bocconi di Milano (fonte wikipedia). Verrebbe da domandarsi il perché di tanto accanimento nei confronti di una città del meridione che lenta, quasi immobile dal giorno del commissariamento del suo governo (certo non si presenta, nonostante gli innumerevoli sforzi di istituzioni e abitanti, nella “forma” migliore) sta cercando in tutti i modi di continuare il suo processo di crescita. Prima di esprime giudizi la cui risonanza mediatica potrebbe danneggiare irrimediabilmente un settore turistico in flebile ripresa, il signor Daverio , sarebbe auspicabile, si confronti con le componenti sociali e istituzionali della città che lo renderebbero partecipe dei veri problemi territoriali. La “mobilità” dei Bronzi di Riace (intesa come possibilità di spostamento delle statue in altre sedi), anche se presa alcune volte in considerazione, non è mai stata possibile per motivi riguardanti la sicurezza e l’integrità dei due prestigiosi ed antichi guerrieri, ed perché anche potrebbe rappresentare “la privazione di un elemento identitario” come afferma Simonetta Bonomi, soprintendente regionale dei beni archeologici.
Se Reggio punta sul turismo, e gli ultimi dati (+5% di presenze straniere nell’ultimo mese) danno ragione a chi faticosamente porta avanti in un periodo di crisi questo settore, come potrebbe la città privarsi del suo pezzo da novanta?! E’ vero per 1390 giorni i Bronzi non hanno potuto avere la loro sistemazione, in quanto il Museo della città e sotto opera di restauro (i cui tempi si sono drasticamente allungati). Oggi si vede la fine di quel tunnel.. il Museo dovrebbe riaprire in Gennaio. Quindi sig. Daverio, Reggio Calabria non è un “posto” terribile, Reggio Calabria è un “posto” stupendo, è stata solo inevitabilmente trascurata nell’ultimo periodo, complice la scellerata decisione politica centrale di commissariamento, al quale nell’analisi delle stato dei fatti si deve aggiungere, non le sarà sfuggito, il periodo di profonda crisi economica in cui versa l’Italia e gran parte del vecchio continente da oltre almeno 4 anni.