Il Ministro Cécile Kyenge a palazzo Foti il 19 agosto alle 17 per ricevere il riconoscimento “Donna fuori dagli abissi”

ECOJAZZ FESTIVAL 2013

kyenge“Perché mi chiamano di colore? Io sono nera”. E’ stata proprio quest’esternazione del Ministro per l’Integrazione, Cécile Kyenge ad “ispirare” Giovanni Laganà, presidente dell’associazione musicale Art Blakey, patron del “Festival Ecojazz” (conclusosi da qualche giorno), a suggerire di assegnare proprio a lei il riconoscimento “Donna fuori dagli abissi” per il 2013. Il Ministro Kyenge sarà in visita il Calabria il 19 agosto e, in quest’occasione, giungerà a Reggio Calabria, a palazzo Foti alle ore 17.00 per ricevere il premio. L’associazione di Laganà, in sinergia con il Cif (Centro Italiano Femminile) di Reggio Calabria, presieduto da Angela Laganà, gestisce da alcuni anni l’iniziativa del concerto dell’alba, in occasione del Festival Ecojazz, dal titolo “Il jazz incontra la Fata Morgana”. Il riconoscimento finora è stato assegnato a donne che si sono distinte per il loro impegno e per la lotta alle discriminazioni sociali, politiche, razziali (tra le ultime premiate anche la volontaria di origine sarda Rossella Urru, rapita all’estero e poi rilasciata). Ispirato da questo pensiero, qualche tempo fa, Laganà aveva contattato la segreteria ministeriale della Kyange, nella malcelata speranza di poter consegnarle il riconoscimento. “Ho pensato alla Kyenge – chiarisce l’ideatore di Ecojazz – per due ragioni. Intanto perché mi ha colpito il fatto che ha dichiarato di essere “nera” e non “di colore”. Il riconoscimento “Donna fuori dagli abissi” lo riceverà perché con questa sua posizione di ministro dell’integrazione è uscita da una posizione subalterna, di mera solitudine, divenendo responsabile, è emersa dal silenzio e adesso può “proporre” e “predisporre” in quanto ministro può lavorare sull’integrazione. A mio avviso – prosegue Laganà – oltre che di integrazione si può parlare di “interazione” ossia di forze diverse che convergono, ognuno con le sue qualità”. L’altro motivo che ha spinto Laganà a pensare alla Kyenge è stata, la riflessione di Giuseppe Lombardo. “Il procuratore – termina Laganà – durante una conferenza, ha precisato che viviamo in una città, in un territorio dove è libero solo colui il quale si vuole illudere di essere libero, se ne desume che siamo tutti schiavi, soggiogati, annullati ma qualcuno vuole illudersi di vivere libero”.

L’addetto stampa  – Gabriella Lax

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