La manifestazione “la DEMOCRAZIA SOSPESA”, organizzata dalla LISTA SCOPELLITI e svoltasi alla Luna Ribelle di Reggio Calabria il 26 luglio scorso, ha dimostrato l’esistenza di una Politica che vive e si nutre del confronto, che richiede ed ottiene, anche in un momento in cui la furia prevale sulla ragione, la partecipazione diretta dei cittadini su temi che involgono la vita, anzi la sopravvivenza della Comunità di apparteneza.
La scelta di non rifugiarsi all’interno di un Palazzo, figlia un’esigenza etica ineludibile, e la insopprimibile volontà di dare voce a sensibilità ed intelligenze differenti tra loro e non addomesticabili, sono le giuste chiavi di lettura del successo straordinario dell’iniziativa, al punto che sin da ora si anticipano repliche nelle piazze dei tanti, troppi Comuni in cui la volontà popolare è stata indiscriminatamente immolata sull’empio altare dell’istinto di conservazione di uno Stato disattento e sin troppo indulgente con sé stesso. E’ stata messa in campo un’idea “rivoluzionaria” per arginare il clima di sfiducia e terrore nel quale devono operare i nostri amministratori locali, oggi consapevoli di non essere in balia degli tsunami dei palazzi di un potere sempre più distante dalla gente. Oltre a disegnare una rete di protezione culturale della volontà popolare, la DEMOCRAZIA SOSPESA ha dimostrato che può essere solo azzardato e dannoso mandare al macero, in prospettiva futura, quanto di buono ha realizzato nel corso dei decenni la cosiddetta <<Prima Repubblica>>: evidente e tangibile è stata la rivitalizzazione del rapporto tra differenti generazioni che deve avere i connotati di una positiva e sinergica continuità, essenzialmente di tipo intellettuale.
Certo, non sono mancate le polemiche, scientificamente innescate dalla palese e puerile strumentalizzazione della conclusione dell’intervento del Presidente Scopelliti, interrogatosi, a nome di una Città selvaggiamente criminalizzata per tutto il pianeta, sulla singolare circostanza che un blogger di notorietà nazionale, oggetto insieme ad altri colleghi reggini di una informativa inviata alla Procura della Repubblica di Catanzaro dalla Squadra Mobile e dai Carabinieri della Città dello Stretto, avesse diffuso urbi et orbi tali sue “conoscenze” sin dallo scorso anno. Sarà la Magistratura, se ne avrà tempo e voglia, a spiegare come sia stato possibile che l’enciclopedico sapere di Roberto Galullo sia riuscito, per un verso, ad abbracciare segreti d’una indagine che lo riguarderebbe e, per altro verso, che di ciò egli ne abbia addirittura fatto sfoggio, quasi fosse legibus solutus. Insomma, il Governatore della Calabria ha rimarcato come e quanto il cittadino reggino intenda saperne di più su aspetti che sembrerebbero poco edificanti per l’informazione cittadina, senza che la contrapposizione ideologica eserciti sul punto influenza alcuna.
In Italia è in atto, ormai, un processo di cambiamento che sta interessando ogni componente del sistema democratico. Il mondo dell’informazione non può certo reclamare zone franche, visto che non è titolare di privilegio alcuno. Politica, Burocrazia, Magistratura non sono i soli settori della vita pubblica a registrare sofferenza, sì come il Cittadino tangibilmente percepisce. L’informazione non può chiamarsi fuori dal degrado in cui versa, ed in questo senso l’intervento del Prof. Pasquino Crupi è stato di una lucidità pari solo al grande rigore morale autocritico messo al servizio della Democrazia.
Non esiste più spazio per quanti mirano alla superfetazione di privilegi nel tempo acquisiti grazie alla pigrizia intellettuale dei più, ed è per questo che le polemiche artatamente sollevate da reazioni piccate ed ingiustificate di parte della stampa calabrese sono tempesta in un bicchiere d’acqua, fermo restando che esse sono la cartina di tornasole del clamoroso successo de “la DEMOCRAZIA SOSPESA”, alla quale sarà impossibile mettere un bavaglio, come è apparso evidente si sia tentato di fare.
E dovranno farsene una ragione nel campo avversario se il successo dell’iniziativa della LISTA SCOPELLITI ha aperto una voragine. Non basta agitare sterilmente e strumentalmente il valore dell’onestà, se poi non si è in grado di integrarla con la competenza ed una visione del futuro aperta alla condivisione della gente: questo vale per l’antipolitica come per gli assidui frequentatori di circoli del bridge ed apparati, soprattutto burocratici, che il grigiore di una elitaria fazione politica ha riservatamente costruito nei decenni.
Non esiste Democrazia senza controlli! Sposiamo con convinzione profonda l’autorevole richiamo che il Prof. Bruno Chinè ha lanciato dall’alto della sua pluridecennale esperienza politico-amministrativa svolta a servizio del territorio provinciale, nel contempo disvelando il colpo di mano grazie al quale la sinistra ha cancellato i controlli sulla vita degli enti locali ed oggi tace nel momento in cui si usa la normativa sugli scioglimenti dei civici consessi come clava nei confronti della collettività, senza curarsi se poi quest’ultima venga lasciata alla disamministrazione di funzionari dello Stato o che gli stessi siano sin troppo generosamente retribuiti in rapporto al (dis)servizio reso.
Su queste basi, sarà compito principalmente degli intellettuali stimolare e far venire fuori la reale identità meridionale che reciterà un ruolo determinante a beneficio del Paese, facendo finalmente giustizia del falso brand creato dall’integralismo del più bieco furore talebano di pseudo-rivoluzionari che sacrificano il dialogo per potersi accanire al riparo di una perfida tastiera.
Avv. Oreste Romeo
Coordinatore Provinciale
Reggio Calabria
LISTA SCOPELLITI PRESIDENTE