Bene, la sentenza della Cassazione sul caso mediaset e su Berlusconi oramai anche le piastrelle delle case ne sono a conoscenza. Ora, come già immaginato, le varie correnti interne del PDL, che non sembrano mai state così unite, vogliono una reazione; reazione che già nella serata del giorno della sentenza il Cavaliere ha fatto con un videomessaggio alla nazione. Ora tante sono le ipotesi e molte le prospettive. Per ora le borse hanno retto, lo Spread, il famigerato spread da cui sembra dover dipendere la vita di ognuno di noi, tiene, anzi è sceso a quota 261, mai così basso da 2 anni a questa parte, nemmeno con il tanto rinomato e pubblicizzato “governo monti”. Ora mancano le reazioni e digestione e del PD e del PDL. Come viene naturale pensare il Governo Letta reggerà alla “bordata” della sentenza? Il PD digerirà il fatto di essere coalizzato con il PDL? Anche se da digerire ci sarebbe ben poco perché anche loro hanno i loro scheletri nel cassetto, ma come direbbe un narratore, è un’altra storia. La prima mossa di Brunetta e Schifani è stata l’idea di raccogliere le firme di tutti i parlamentari PDL sulla mozione di chiedere la grazia a “Re Giorgio”, ma subito il colle reagisce così non volendo alimentare false illusioni e scaricando la “patata bollente” al guardasigilli ricordando che è la legge a stabilire quali sono i soggetti titolati a presentare la domanda. La sua posizione è nota. Ha già definito l’idea un «analfabetismo costituzionale» perché il Quirinale non è una Corte di quarto grado, perché servirebbe comunque l’apertura di una pratica del ministero della Giustizia e perché, per la legge, prima della clemenza almeno un minimo di pena bisogna scontarla… L’azione più verosimile potrebbe essere di dare corpo al suo invito a caldo, subito dopo la sentenza, a mettere mano all’universo della giustizia, oppure come suggerisce Flavio Cirillo, Pdl, sottosegretario all’Ambiente, a un ripristino dell’immunità parlamentare. Va bene la separazione dei poteri, ma la politica deve poter difendere la sua autonomia. Una cosa è certa, le toghe vanno contenute: Napolitano è d’accordo, infatti subisce un duro attacco da parte dell’Anm. Tutto ciò però è subordinato alla tenuta del quadro politico che si sta sfaldando minuto per minuto. Intanto da roma arrivano venti di guerra scaldati ancor di più dalla canicola agostiana…. Il Cavaliere riunisce il “consiglio di guerra PDL” dichiarando : “dobbiamo trovare la strada migliore per arrivare alle elezioni e vincerle”, ma anche di «interesse del Paese». Angelino Alfano è pronto a ritirare la delegazione del Pdl dal governo. Per non parlare della voglia matta del Pd di sganciarsi dall’alleanza con il Cavaliere. Per Guglielmo Epifani «dopo la sentenza si apre una fase nuova». Bene per Letta non rimane altro, almeno così pare, di votarsi a qualche santo protettore e sperare che il governo tenga e non cada prima del 15 Agosto.