Il riferimento va alla “singolarissima” vicenda Ablyazov.
Piccolo riassunto:
– Il 28 maggio l’ambasciatore kazako chiede la cattura di Ablyazov al prefetto Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Nella notte tra il 28 e il 29 maggio l’operazione inizia ma il dissidente kazako però non è presente in casa. Prelevano così la moglie Shalabayeva e la figlia nonostante la donna mostri un documento di identità rilasciato dalla Repubblica Centrafricana, ritenuto falso dalle forze dell’ordine.
– 30-31 maggio la questura firma il decreto di espulsione ed imbarca madre e figlia, e vengono rimpatriate ad Astana, in Kazakhistan.
– Il 3 giugno l’Ufficio Immigrazione invia al Viminale una relazione sull’espulsione della Shalabayeva. E il 4 giugno il Consiglio italiano per i rifugiati invia una e-mail al Ministro degli Esteri Emma Bonino.
– Il 12 luglio il Governo presieduto da Enrico Letta revoca l’espulsione sottolineando la gravità della “mancata informativa”.
– Il 15 luglio in tarda serata Giuseppe Procaccini, capo di gabinetto del ministro dell’Interno, si dimette. La notizia verrà resa nota solo nella mattina del 16 luglio.
Ieri il ministro dell’interno Angelino Alfano cercando di fare chiarezza sul fatto riferendo al senato dichiara : “In nessuna fase della vicenda i funzionari italiani hanno avuto informazione alcuna che Ablyazov fosse un rifugiato politico e non un latitante. Inoltre non è mai stata presentata domanda d’asilo da parte della Shalabayeva; Sono qui perché non succeda più che un ministro dell’Interno e un intero governo non vengano informati di una vicenda” così delicata, ha aggiunto Alfano, anticipando che la relazione di Pansa sarà resa pubblica al termine dell’informativa urgente e specificando che “le espulsioni non vengono segnalate al ministro”. Poi riferendosi al capo della polizia afferma : “Ho chiesto al capo della polizia una riorganizzazione complessiva del dipartimento della Polizia di Stato, a cominciare dalla direzione centrale dell’immigrazione. Ho accettato le dimissioni del mio capo di gabinetto e proposto l’avvicendamento del capo della segreteria del dipartimento”. Nel corso dell’intera vicenda, Angelino Alfano ha riferito che “non risulta che Alma Shalabayeva o i suoi difensori abbiano mai presentato o annunciato domanda di asilo, pur avendone la possibilità, né è risultato che la cittadina kazaka abbia mostrato o affermato di possedere un permesso di soggiorno rilasciato da Paesi Schengen, cosa che hanno fatto i difensori solo in sede di ricorso contro il provvedimento”. Solita figuraccia all’italiana, che oltre a passare un momento di crisi economica profonda, sta dimostrando di avere, come la maggior parte della popolazione immagina da tempo, una classe dirigente non adatta alla situazione ed idonea a coprire cariche politiche.