“Non voglio fare il difensore d’ufficio della Idem, anzi. Mi fa però incazzare l’ipocrisia di personaggi che hanno sequoie giganti nel fondoschiena come Unipol e Mps e che si indignano per l’Ici della Idem”. Queste le dichiarazioni di Grillo in merito alla questione della ormai ex-ministra Idem, che arrivano di sorpresa ed inaspettatamente, ma come afferma lui, non per fare il difensore d’uffico, perché “Se ha sbagliato è giusto che la Idem paghi”, ma perché chi si pone come censore ed indignato sono quei partiti che : “hanno sequoie giganti nel fondoschiena come Unipol e Mps e che si indignano per l’Ici della Idem”. Grillo dal suo Blog è partito in “quarta” e non ne manda a dire a nessuno, e attacca : “Chi, nei partiti, può giudicare la Idem?; Non Capitan Findus Letta del pdmenoelle che ha incassato centinaia di milioni di euro di finanziamento pubblico contro un referendum contrario. Come si chiama questo? Scippo? Appropriazione indebita? Truffa?” E non ne manda a dire nemmeno alla Lega con l’affare “Belsito” e la progenie “Bossi”. Diciamo che ne ha anche per i suoi “grillini” o meglio per Marcello De Vito candidato M5S a sindaco di Roma, che dopo il “corteggiamento” del neosindaco Marini con la proposta di far entrare in giunta una donna del movimento, ha proposto un “referendum” in rete per sapere se accettare o meno. Dal suo blog Grillo lo ha subito sconfessato ribadendo che il Movimento non fa alleanze con i partiti, e ricordando che “l’unica base dati certificata coincidente con gli attivisti M5S e con potere deliberativo è quella nazionale che si è espressa durante le Parlamentarie e le Quirinarie e quindi il voto chiesto da De Vito on line non ha alcun valore”. Quindi al passo di marcia grillo non ha risparmiato niente a nessuno, o meglio, sembra che per ora, abbia deciso di non esprimersi sulla condanna in primo grado a 7 anni ed interdizione a vita dai pubblici uffizi, del “Cavaliere”.