Continuano dichiarazioni e sproloqui sulla vicenda della P.E.O. che sta angustiando i dipendenti comunali reggini e che assume sempre di più i contorni di una storia grottesca. Perciò è ora di fare chiarezza sulle responsabilità personali e collettive. Che non sono dei lavoratori, che hanno solamente ricevuto spettanze derivanti da istituti contrattuali noti ed utilizzati in tutta Italia. Perciò occorre partire dalla sospensiva che, a dispetto del termine esplicito, non sospende un bel niente ma agisce per il recupero di somme liquidate ai dipendenti senza alcun giudizio di merito. Pertanto è logico reclamare che si disattivino gli effetti di una sospensiva che scatterebbero già con le illegittime trattenute sullo stipendio previste per il luglio prossimo. Ed inoltre occorre spendere parole di verità sulla vicenda. Sulla stampa di qualche giorno addietro l’ex sindaco Arena (attualmente Assessore regionale) si esprime sulla legittimità delle rivendicazioni dei lavoratori del Comune di Reggio Calabria. Pare sia lo stesso Arena che, nel precedente ruolo di Sindaco della città, approvò un bilancio nel quale queste spettanze venivano iscritte come crediti da esigere da parte dell’Amministrazione comunale. Quel voto è una delle cause dell’attuale, confusissima, situazione. Ci sarebbe da chiedere all’Assessore Arena se Lui da Sindaco e la sua maggioranza abbiano commesso allora un grave errore di cui scusarsi e fare pubblica autocritica o se quelle poste in bilancio erano strumentali ad altre operazioni politico-contabili sulla scia della finanza creativa che ha devastato le finanze del Comune reggino. Ed infine chiediamo ai magistrati ed all’Avvocatura dello Stato (ed al collegio di difesa del Comune) se sia possibile sanzionare dipendenti senza il conforto di una decisione di merito. Ed a tutti i garantisti chiediamo di rispolverare il loro atteggiamento riservandolo, per una volta, non già ai potenti ma a coloro che hanno necessità e diritto alla solidarietà generale. Per spirito di giustizia tutti dobbiamo impedire che si costruisca una catena di responsabilità all’inverso, nella quale risultano esclusivamente gli addebiti a chi è destinatario di decisioni altrui ma non si affacciano le responsabilità di chi quelle decisioni le ha volute e messe in atto. Per quanto ci riguarda siamo convinti che i lavoratori non debbano restituire neanche un euro. Ma se così non dovesse essere invitiamo Magistratura e Commissione Prefettizia Comunale ad individuare le responsabilità di amministratori e dirigenti ed a rivalersi su di loro per l’intera somma contestata se hanno compiuto atti non consoni alle leggi. In questa battaglia il SUL continuerà ad essere al fianco dei dipendenti comunali che hanno dimostrato, volendo fortemente lo sciopero dell’11 scorso, la loro forza e decisione. Tutte le strutture del SUL sono a disposizione, a cominciare dagli Uffici Legali nazionali e reggini.
COMUNICATO STAMPA – p. coordinamento SUL – ALDO LIBRI