Oggi iniziano i lavori del il vertice dei G8 a Lough Erne, in Irlanda del Nord. Molti i temi al centro dell’attenzione dei leader delle potenze mondiali, tra questi i più importanti: L’emergenza della disoccupazione giovanile (che ci riguarda molto da vicino), la lotta all’evasione e all’elusione fiscale di cui ha fatto sempre una battaglia il presidente Cameron e infine ma forse più importante la questione siriana per la quale ancora non si riesce a trovare una voce unanime che metta in accordo tutti “potenti”.
Per il rilancio dell’economia gli Stati Uniti avrebbero proposto la creazione di una zona di libero scambio tra U.E. e USA, i cui negoziati formali vedranno la luce a Luglio. La zona di libero commercio internazionale creata sarà la più estesa mai esistita e dovrebbe creare circa 30 milioni di nuovi posti di lavoro che sia andrebbero ad aggiungere agli attuali 13 milioni di persone che gravitano attorno agli scambi economici tra il vecchio continente e l’unione a stelle e strisce. La disoccupazione giovanile problema strettamente legato all’economia e che riguarda in modo particolare l’Italia, potrebbe essere finalmente affrontato dal G8 in maniera del tutto antitetica al tipo di politica economica che ad oggi l’Europa, a “guida tedesca” sta sostenendo. Basta al regime dell’Austerity propiziato dalla Merkel. Letta ed Obama, che su questa problematica ha già l’appoggio di Hollande, si incontreranno oggi per riparlarne.
Un altro argomento saliente del meeting sarà la lotta all’evasione e all’elusione per la quale il primo ministro Cameron avrebbe escogitato la partecipazione dei cosiddetti paradisi fiscali. Con quest’ultimi inizierebbe una sorta di collaborazione che dovrebbe portare all’introduzione di una minimum tax sui profitti esteri delle multinazionali.
Il vero pomo della discordia di questo meeting internazionale si avrà quando la discussione di sposterà sui problemi medio-orientale,tra i quali spicca la difficili situazioni siriana. Obama e Putin hanno una visione diametralmente opposta della situazioni. Per il presidente americano il limite è già stato ampiamente superato nella repressione violenta dei ribelli,durante la quale sarebbero state utilizzate anche delle armi chimiche. Il numero russo, alleato di Bashar al-Assad, è invece convinto che non si possa concedere la possibilità d’aiuto a chi, come i ribelli siriani, porta avanti con estrema violenza le proprie idee. I negoziati sono appena iniziati, gli occhi del mondo sono puntati sull’Irlanda.
Fabrizio Pace