Quali caratteristiche deve possedere, al giorno d’oggi, un giovane che vuole fare il Beach Steward sulle spiagge di Jesolo? Essendo figure che principalmente si dovranno occupare di fornire informazioni ai turisti, collaborare con i bagnini di terra e di mare per la risoluzione delle più disparate situazioni in cui è necessario un sostegno, vigilare la spiaggia contro la presenza di massaggiatori ed ambulanti abusivi; molto probabilmente dovranno essere persone con un minimo di conoscenza della legge, che sappiano relazionarsi e che sappiano essere vigili ed attenti. C’è una novità di questi ultimi giorni, però, che ha destato scalpore e sdegno. Niente donne nel team 2013 dei beach steward, “Nessuna discriminazione, vogliamo evitare liti con gli immigrati” ha dichiarato Renato Cattai, presidente di Federconsorzi, l’associazione che raggruppa i gestori dell’arenile jesolano. A quanto pare, stando ad un resoconto della stagione 2012, «Abbiamo riscontrato che il musulmano non tollera di essere rimproverato da una donna— dichiara Cattai —la considera un’offesa, si agita, risponde in malo modo, creando situazioni di tensione. E così abbiamo deciso di impiegare solo maschi». Facciamo dunque il punto della situazione. Un venditore ambulante immigrato e senza licenza, quindi già in contravvenzione, spesso senza permesso di soggiorno (chi lo possiede in genere opta per altri lavori), quindi clandestino, si ritiene autorizzato a reagire in malomodo con insulti e sputi verso chi, in quel momento, è incaricato di far rispettare la legge solo perché di sesso femminile? Questa tipologia di immigrato non riconosce l’autorità nella figura femminile, chiaro esempio di una discriminazione sessista derivante da ideologie che mai dovrebbero condizionare un servizio pubblico finalizzato a tutelare la tranquillità di un luogo di vacanza e la sicurezza di coloro che hanno deciso di trascorrere in tale luogo dei momenti di relax, arricchendo tra l’altro l’indotto del turismo in quel luogo.
La discriminazione sessista non è accettata da nessun paese civile ma, a quanto pare, tra le parole ed i fatti, in alcuni luoghi d’Italia esiste ancora una discrepanza notevole. In questo caso è stato palesemente negato il diritto alla possibilità di ottenere un lavoro a qualunque donna avesse voluto proporsi per ricoprire il ruolo e non per incapacità o inabilità oggettiva, ma esclusivamente perché di sesso femminile. Chi dovrebbe rispettare le leggi del paese ospitante, condiziona la libertà di ottenere lavoro malgrado un’idoneità oggettiva. Successivamente alla nascita delle numerose polemiche che la decisione ha scatenato, si è tenuto un vertice tra il sindaco di Jesolo, il comandante dei vigili urbani ed il presidente del Consorzio che, di fronte ala minaccia di veder ritirato lo stanziamento di 130 mila euro ai vigilantes dell’arenile da parte del comune, ha effettuato un pronto cambio di rotta. “Dall’1 giugno – dichiara – metteremo in campo il progetto di “Beach Steward” con l’impiego anche di rappresentanti del gentil sesso. Ma con una precauzione, quella della costituzione di pattuglie miste, per una questione di sicurezza reciproca e per evitare ogni tipo di suscettibilità, a prescindere da qualsiasi credo o provenienza”. Quanto accaduto lascia comunque increduli. Come è possibile parlare nel 2013 di integrazione di fronte ad una tale discriminazione sessista nell’ambito della ricerca di personale qualificato? Discriminazione causata, tra l’altro, dall’atteggiamento di “non cittadini” in situazioni di palese contravv3enzione a quanto vietato dalla legge.