Giacchetta: “Vogliamo riconquistare i tifosi”. Intanto Pillon saluta

simone giacchettaL’incubo dei play out, il miracolo di Baiocco, la permanenza conquistata all’ultimo secondo dell’ultima giornata di campionato. Una stagione da dimenticare, la peggiore degli ultimi anni, una lezione che speriamo serva alla società per ricostruire, facendo tesoro dei tanti errori commessi. Tre giorni dopo la sfida-brivido di Vicenza, abbiamo provato a fare il consueto riepilogo di fine anno, con il direttore dell’area tecnica Simone Giacchetta, tentando di strappare qualche indicazione sulla Reggina che sarà. “Una parata, un istante, che ha chiuso un campionato sofferto, anche se è riduttivo circoscrivere tutto solo a quell’intervento. Sarebbe stato ingiusto arrivare ai play out con una squadra che ci era lontana di tanti punti. Non è stato semplice venire fuori da una situazione che con il trascorrere del tempo è diventata sempre più complicata, la gioia finale è stato un atto liberatorio, dopo l’accumulo di tanta sofferenza e tensione”.

D) Partiamo dall’ennesimo cambio tecnico, negli ultimi sei anni si è salvato solo Atzori. Le responsabilità?

R) Non è necessario cercare sempre colpe da addossare a qualcuno, ultimamente nell’ambiente giornalistico invece questo succede con estrema puntualità. Una volta si lavorava in gruppo e si cresceva, adesso questo non accade più. Ascolto e leggo critiche premeditate e questo non va bene, fermo restando che gli errori ci sono stati e ce ne assumiamo le responsabilità. Dionigi è stata una scelta ponderata, un progetto biennale che speravamo di portare a termine. Si è fatto il possibile per consegnargli una squadra con le caratteristiche da lui richieste, non ci ha mai detto vado via perchè l’organico non mi soddisfa. E’ falso dire che non è stato tutelato, fino a quando la situazione non è precipitata, vedi post partita con il Cesena, nessuno gli ha mai attribuito responsabilità uniche, nonostante il cammino della squadra non fosse esaltante. Pillon ha dimostrato che con gli stessi giocatori si son potuti fare 17 punti in undici partite raggiungendo l’obiettivo. Fermo restando che Dionigi è un allenatore capace e dal sicuro avvenire. Ha un altro anno di contratto? Non ci sono margini per ripensare a Dionigi per la prossima stagione, credo anche per lui sia utile cercare soluzioni altrove.

D) Pillon, dato il  suo contributo, ha salutato e ringraziato società, stampa e tifosi.

R) Pillon è persona seria e preparata. La Reggina gli ha riconosciuto e gli riconosce delle qualità. Durante la sua avventura alla guida della squadra amaranto, ha sempre pensato al raggiungimento dell’obiettivo senza mai parlare di futuro. Le strade si dividono consapevoli del gran lavoro che lo stesso ha fatto per la Reggina e sicuri che troverà presto una nuova collocazione in panchina.

D) In società si avverte questo distacco tra la tifoseria e la presidenza?

R) Questa avversione la sentiamo. Come anche una forma di apatia da parte del tifoso dopo tanti anni vissuti nella massima serie. C’è la consapevolezza di voler ridare entusiasmo alla piazza, lavoreremo per questo con grande intensità. Si proverà a costruire una squadra per far bene e riportare la gente allo stadio. La scarsa presenza di tifosi allo stadio, però, non è un fattore che riguarda solo Reggio ma l’intero paese. Fermo restando che lo zoccolo duro dei sostenitori è sempre lo stesso, non va oltre i quattromila spettatori. Oggi la gente viene allo stadio se vinci sempre, altrimenti preferisce stare a casa, questo vale per tutti. Pensate alla stagione con Atzori, un grandissimo campionato, ma lo stadio si è riempito solo in occasione della semifinale play off.

D) Sarebbe bello festeggiare i cento anni con un grande campionato.

R) Per l’anno del centenario il presidente vuole regalare gioie ai tifosi. Ci tutte le buone intenzioni per fare un campionato di livello, o meglio, più sereno, ma non facciamo proclami per non rischiare di ripetere gli errori del passato. Tocca a noi società dare il via a questo tentativo di riavvicinamento da parte della tifoseria, senza però fare grandi promesse. Servono fatti e non chiacchiere.

D) Avete già in mente un programma strategico per la prossima stagione e ripartendo da quale tecnico?

R) Attendiamo che finiscano i campionato di B e Lega Pro, che seguiremo con particolare attenzione, poi faremo le nostre valutazioni, scegliendo nel contempo il nuovo tecnico della Reggina. Il presidente ha parlato di un allenatore che sia anche manager? Non so esattamente a cosa si riferisce, bisognerebbe chiedere a lui.

D) Atzori o Lerda. Chi dei due?

R) Nessuno. La scelta dipenderà dal parco giocatori che avremo a disposizione e poi decideremo quale allenatore potrà farli esprimere al meglio.

D) Secondo me lo avete già scelto….

R) Aspettiamo, come detto, che finiscano i campionati di B e di Lega Pro e poi vedremo. Di sicuro vogliamo gente che lavori e si concentri sul campo e non public relation man. Non ci interessa un tecnico che vende se stesso pensando solo a comunicare con televisioni e siti vari. Magari ottiene maggiori consensi iniziali, ma è poco utile alla squadra. Abbiamo bisogno di un tecnico di grande fermezza, personalità e che si assuma anche nei momenti di difficoltà le proprie responsabilità senza scaricarle sugli altri.

D) Che mercato sarà e che situazione economica societaria esiste?

R) La Reggina si autogestisce con le risorse che tutti conoscono. Contributi lega e vendita di qualche calciatore. Dagli incassi non arriva nulla, dagli sponsor si ricava pochissimo, il Granillo non produce, anzi incide sui costi. Il mercato si fa in base alle disponibilità, poche, che si hanno. Situazione calciatori? C’è una buona base, da Baiocco a di Michele, poi Colucci, Barillà, Adejo, anche se gli ultimi due sono parecchio attenzionati sul mercato. Si dovrà discutere con Palermo e Pescara per le comproprietà di Viola e Rizzo, con Albinoleffe e Udinese per il diritto di riscatto della comproprietà successivo ai prestiti di Bergamelli, Hetemay e Gerardi, si perdono Ely e Comi, Rizzato va in scadenza e con lui ci sarà un confronto. In scadenza anche Freddi e Sarno. Sarà il solito grande lavoro, perché insieme a tutti questi, da verificare anche i numerosi ritorni dai vari prestiti.

D) Altro che vacanze allora, un duro lavoro?

R) Per le società il lavoro più faticoso inizia quando gli altri vanno in ferie, ma ormai ci siamo abituati…

Michele Favano

 

 

 

 

 

 

 

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