Che le politiche restrittive e “rigorose” in fatto di economia e debito pubblico, che l’Europa detta, sotto l’egida della “teutonica” Merkel coadiuvata dalla Francia prima con Sarkozy, poi con François Hollande, sembrano dare il loro risultato, quello, come anche i ciechi vedono, di una crisi che al posto di cedere e lasciare il passo ad una ripresa, seppur minima, avanza e, almeno per il nostro paese, segna la settima diminuzione di PIL di seguito. Ora il Premier Letta, lascia intendere che bisogna parlare di investimenti e rivedere i patti, o almeno dichiara : “Bisogna riconoscere uno spazio di azione nelle finanze pubbliche nazionali perché gli Stati membri possano investire risorse adeguate nelle politiche attive sul lavoro, nella riduzione delle tasse sul lavoro e nella creazione di maggiori posti per i giovani; L’Italia è per storia e tradizione nel cuore dell’Europa. Ma l’Europa di oggi non ci basta. Vogliamo molto di più e molto di meglio. L’Europa deve mettere la stessa energia sulle politiche per la crescita e per il lavoro che ha messo nel far mantenere il rigore di bilancio, e “far seguire alle parole fati concreti; L’Ue deve investire la stessa energia messa per il rigore per politiche di crescita e lavoro. Deve far seguire alle parole i fatti. Non deve prendere decisioni, stilare calendari e obiettivi e poi far passare mesi e mesi senza risultati concreti. L’Ue è in crisi di legittimità per carenza di risultati”. Diciamo pure che sembra, almeno a prima vista, che si voglia dare una registrata ed un allentamento alla stretta e ferrea morsa, che le imposizioni europee, hanno imposto al nostro paese, e non dimentichiamoci che un altro paese membro di questa Unione, sembra essere entrato in crisi, e stiamo parlando della Slovenia, entrata a farne parte solo 7 anni fa, che ha visto una crescita repentina e veloce, ma con altrettanta facilità ha visto un crollo strutturale. Ma rimaniamo in casa nostra, con la conclusione del discorso al senato di Letta dove ammonisce l’Europa : “Ho l’impressione che l’Ue non può andare avanti come fatto fino a oggi con timidezze e assenze di decisioni. O imprime un’accelerazione o così com’è implode. Così non credo possa reggere e saranno i cittadini che la faranno implodere al prossimo voto”. Ora speriamo che il governo faccia le giuste azioni in campo economico e finanziario, e riesca a dare quello spunto per la ripresa economica e non siano solo “parole al vento”, come ormai siamo abituati a sentire, e che non ci si vada a perdere in discorsi di pura speculazione filosofica.