Come dice il titolo, vorremmo focalizzare la situazione di precarietà e confusione che aleggia nel PD e nel Centro-sinistra dopo la doppia Empasse della creazione del governo e dell’elezione del Presidente della Repubblica che ha portato al Governo “Letta” ed all’elezione, avvenuta pochi giorni fa’ del “traghettatore” Epifani, che condurrà il PD fino al prossimo congresso nazionale ed all’elezione del vero e proprio segretario di partito, che andrà a “rimediare” all’esperienza Bersani. Le figure predominanti sono quelle di Veltroni, ritornato alla ribalta dopo anni di silenzio ed in concomitanza della pubblicazione del suo nuovo libro, Renzi (il rottamatore), Epifani il neosegretario pro-tempore del PD, e Chiamparino. Quest’ultimo analizza il caos e le “sconfitte dichiarando : “Quando uno batte una nasata come quella delle ultime elezioni è evidente che qualcosa non ha funzionato; e non si può pensare che la responsabilità sia tutta di Bersani. Lui avrà commesso i suoi errori, ma l’errore strategico è nella lettura che abbiamo fatto della società italiana” ed incassando l’approvazione di Renzi alla sua disponibilità alla candidatura a segretario. Si profila così un asse Chiamparino-Renzi-Veltroni per il rinnovamento del partito in chiave lib-lab, ma frena subito gli entusiasmi dichiarando : “Potrebbe non essere sufficiente. Sarebbe necessario allargare il perimetro che sostiene queste posizioni;”e facendo riferimento ad Epifani conclude : “Credo che per la sua storia e la sua esperienza di sindacalista abbia tutte le caratteristiche per far parte, se lo vorrà, di un progetto come questo”. Intanto Renzi, in un incontro tenutosi con il premier Letta, dichiara la sua fedeltà e lealtà, per via “dell’amicizia” e della “corregionalità” che lega i due politici.
Nel mentre Veltroni dichiara : “Mi interessa che il Pd tornia essere il Pd. Se non c’è il Pd questo Paese è destinato a finire male” e riguardo agli “errori” commessi aggiunge : “il governo Letta è l’esito di una catena di errori del Pd: dopo le elezioni si poteva proporre un governo del presidente guidato da Emma Bonino, gradita a 5 Stelle e non contestabile dal Pdl. Invece si è andati avanti come se nulla fosse, fino alla tragedia dell’elezione del presidente, culminata con l’agghiacciante applauso per Prodi di elettori del Pd che poi non l’hanno votato nel segreto. Il governo Letta è una necessità, spero abbia successo, deve durare il tempo che serve per fronteggiare la crisi economica e riformare le istituzioni. Ma l’eccezionalità della situazione deve portare a una riforma straordinaria. Un passaggio simile a quello che portò alla Quinta Repubblica francese”. Diciamo che sinceramente un po’ di caos c’è e chi ne guadagna sono le fronde estremiste della sinistra più radicale. Che fare? Che dire? Per Epifani non è di certo un bellissimo momento dato che dovrà fare da bilancia ed evitare l’implosione del partito, che sembra oramai avviata, Letta ha a che fare con il suo partito, in codeste situazioni, e una crisi che accentua le sue ripercussioni registrando, tanto per il dovere di cronaca, il 7° calo consecutivo del PIL. Ora che si diano da fare per la stabilità di questo paese e pensino seriamente al bene indissolubile della nostra PATRIA e TERRA chiamata ITALIA, tanto vilipesa e trattata a “pesci in faccia”. E citando una frase del grande Antonio De Curtis : “ L’ignorante pala a vanvera. L’intelligente parla poco. ’O fesso parla sempre”, più fatti e meno parole, questo è quello che vuole la gente comune.