Minasi: intervento su approvazione legge contrasto povertà

20130423-143905.jpgL’approvazione, ieri, in Consiglio Regionale della proposta di legge n. 449 denominata “Interventi di inclusione sociale, integrazione socio-sanitaria e contrasto alla povertà per gli agglomerati urbani a maggiore concentrazione di popolazione” segna un prezioso tassello nel percorso di supporto che, responsabilmente, le Istituzioni devono agli ambiti territoriali che governano, e di conseguenza ai cittadini, in un momento storico che registra una delle più imponenti crisi finanziarie che il Paese abbia mai vissuto dagli anni del dopoguerra. Una contingenza che, camminando di pari passo con i tagli dei trasferimenti statali, si trasforma in un rallentamento molto accentuato sull’iter compiuto dai Comuni affinché si possano serenamente garantire servizi concreti alle strutture familiari più esposte al peggioramento degli standard occupazionali ed economici: cittadini le cui problematiche divengono ancor più pressanti in assenza delle programmazioni sino ad oggi presenti, con consequenziale altissimo rischio di disgregazione. Fondi che, sebbene aggiuntivi (cioè che si sommano alle risorse che lo Stato invia alle Regioni) avrebbero dovuto essere ancora più corposi, poiché parte è stata destinata ad assicurare immediata copertura finanziaria all’avvio delle attività di competenza regionale nelle materie oggetto di subentro della regione al Commissario per l’Emergenza Rifiuti, ma che comunque, come ribadito in aula dal presidente Scopelliti, “danno la possibilità ai Sindaci di disporre di uno strumento che consente di mettere in campo risorse e indirizzare al meglio gli interventi”. In questo contesto si muove, perciò, il provvedimento assunto dal Consiglio Regionale, la cui ratio, in sintesi, si snoda sull’assunto che, su base locale, c’è bisogno di buone pratiche nelle politiche sociali: da una migliore gestione di queste ultime, che pagano forse maggiormente di altri campi le famose decurtazioni del Governo Centrale, deriva, oggi, un sostegno reale ai nuclei familiari numerosi, alle fasce disagiate, ai diversamente abili, agli anziani. In altre parole tutti coloro che devono veder garantito un processo tangibile di inclusione sociale, d’integrazione socio-sanitaria, di servizi disponibili sul territorio, ben individuato dai cardini principali sui quali di basa l’articolato. A ciò si aggiunge, inoltre, l’attenzione dovuta a chi opera con specializzazione nel settore e che, vede il suo lavoro sempre più in un’ottica labile proprio a causa dell’assottigliamento di fondi ad hoc. Con il delicato, fondamentale e importantissimo passaggio di ieri, la Regione si pone perciò come soggetto attivo nella valorizzazione dell’individuo, condividendo il peso delle difficoltà, rispondendo alla crescita d’istanze di interventi sociali che i tempi attualmente richiedono e cercando di mantenere il sistema welfare che le recenti manovre pubbliche di finanza stanno realmente mettendo a rischio.

 

 

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