Il governo deve sostenere il rilancio del Porto di Gioia Tauro e abbattere al più presto le tasse di ancoraggio. E’ infatti inaudito che i risultati ottenuti grazie all’impegno dei lavoratori e alle politiche messe in campo dalla Regione Calabria, siano vanificati dal governo centrale che invece di abbattere i balzelli per ridurre il distacco con gli altri porti del Mediterraneo, ha aumentato le tasse di ancoraggio.
Già nel mese di gennaio avevamo segnalato la gravità di quell’aumento e lo rifacciamo oggi con forza.
Gioia Tauro è il porto italiano che soffre maggiormente la concorrenza con gli altri scali europei che operano senza le onerose imposizioni fiscali previste in Italia.
In passato l’abbattimento delle tasse di ancoraggio ha portato risultati notevoli.
E’ inconcepibile che il governo continui a colpire il sud d’Italia e in particolare il Porto di Gioia, anche ora che agisce in attesa di un nuovo esecutivo.
L’ultima dimostrazione di questo atteggiamento è arrivata la scorsa settimana quando il Ministero dello Sviluppo economico ha destinato a Gioia Tauro solo tre milioni di euro relativi a una compensazione dovuta all’Autorità Portuale e ha invece investito quasi 80 milioni di euro in opere infrastrutturali in altri porti italiani.
Per tutti questi motivi mi farò promotore di un incontro a Roma con la delegazione parlamentare calabrese del Pdl per studiare assieme una strategia complessiva per il rilancio del Porto e delle attività indotte nel loro complesso con la logistica in primis.
In quella sede affronteremo tutte le questioni critiche e chiederemo con forza che vengano studiati i rimedi necessari. Il porto di Gioia Tauro deve essere una priorità nell’agenda del governo e non può essere continuamente danneggiato per favorire altre infrastrutture.
comunicato stampa