Tra un’arringa del centrosinistra ed una dichiarazione di scheda bianca del centrodestra, grazie ai voti di alcuni “grillini” abbiamo un presidente della camera dei deputati ed un presidente del senato. Chi sono? Presto detto alla camera Laura Boldrini, mentre al senato Pietro Grasso. Che dire…. Se non per fortuna, oppure avere qualche perplessità su come e quanto tempo dureranno questi incarichi. Il perché è facile da capire, di vera e propria maggioranza di governo non si può parlare… ogni decisione dovrà passare attraverso la richiesta di fiducia, e quindi lasciamo immaginare lo scenario politico a cui si andrà incontro. Diciamo solo che la Boldrini è la terza donna, dopo Nilde Iotti e la Pivetti a ricoprire una carica coì importante e prestigiosa. Comunque, seguendo l’esempio di Sua Santità Francesco I°, Laura Boldrini sceglie di lasciare nel parcheggio della Camera l’auto blu e sale al Quirinale a piedi con una scorta minima; mentre Pietro Grasso non rinuncia, nonostante sia la sua prima uscita ufficiale da seconda carica dello Stato a partecipare e intervenire a un convegno sull’emergenza sicurezza a Roma programmato da tempo. Diciamo che entrambe le cariche dello stato vivono nella più semplice normalità, la presa di possesso dei “nuovi uffici”. Dure le reazioni di Grillo che dal suo blog dichiara : “Il M5S non deve cadere in queste trappole. Comunque, il problema non è Grasso; In gioco non c’é Grasso, ma il rispetto delle regole del M5S. Non si può disattendere un contratto. Chi lo ha firmato deve mantenere la parola per una questione di coerenza e di rispetto verso gli elettori; La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore… La coppia senatoriale è stata decisa a tavolino dal Pdl e Pd meno elle . I due gemelli dell’inciucio sapevano perfettamente che Schifani non sarebbe stato eletto; I capricci di Monti che per ripicca aveva minacciato di votare Schifani erano una pistola scarica. I giochi erano già fatti per mettere in difficoltà il MoVimento 5 Stelle.” Prossime tappe forzate che le camere dovranno compiere sono le elezioni dei capigruppo entro e non oltre il 20 marzo. Entro il 18 marzo i parlamentari devono dichiarare a che gruppo aderiscono, mentre saranno convocati il 20 marzo per eleggere i rispettivi presidenti. Una volta costituiti i gruppi parlamentari di Camera e Senato con i rispettivi capigruppo, ci saranno tutti gli ‘interlocutori’ del Capo dello Stato richiesti dalla Costituzione per le consultazioni che porteranno alla nomina del presidente del Consiglio e di conseguenza alla nomina del governo che dovrà traghettare il nostro paese in primis, all’elezione del nuovo presidente della repubblica e poi all’amministrazione dello Stato. Cosa succederà? Non si saprà se non si vivrà, così risponderebbbero i nostri “vecchi”, ma un’idea già balza alla mente, una traghettatura lunga fino alle molto prossime elezioni nella speranza di ottenere una maggioranza decisiva, dato che alle porte ci si paventa un altro “terrificante spettro”, Cipro col suo probabile Default, e la richiesta, da parte dell’EUROPA di un prelievo forzoso dai C/C dei singoli cittadini ciprioti…. Una prospettiva per nulla rosea e semplice…