E’ una commedia brillante che cerca di mettere in scena un altro pezzo del mondo contraddittorio di oggi. La trama è molto semplice: Pasquale Porcellato ha fatto fortuna rilevando un confettificio presso il quale – a lungo – aveva lavorato come rappresentante. Questo progetto, questo sogno di diventare “imprenditore”, era stato coltivato da Pasquale insieme al suo collega Sasà, di dieci anni più vecchio; ma quando, all’inizio degli anni novanta, questa opportunità si era in effetti presentata, Sasà era morto in un incidente stradale. Oggi, a distanza di sedici anni, Pasquale è un uomo ricco. Sposato ad una donna ridicola che crede di essere diventata “signora”, e con una figlia ignorante e teledipendente. Soprattutto, oggi – a distanza di sedici anni – si rifà improvvisamente vivo Silvestro, il figlio appena ragazzo che Sasà aveva lasciato orfano morendo. Di lui, Pasquale, sa solo che ha coronato una brillante carriera universitaria in scienze finanziarie e che è stato gli ultimi cinque anni in Brasile. Non sa però che, nel frattempo, in Brasile, Silvestro è diventato… Cosa sarà diventato Silvestro in Brasile di così distante ed alieno rispetto all’immagine che Pasquale si è costruito di lui in tutti questi anni? Come è tipico della tradizionale commedia italiana, non mancano i colpi di scena, i ribaltamenti di ruolo, le situazioni paradossalmente comiche che s’innescano una nell’altra. Sono tutti spunti possibili per ampliare le scene in altrettante ipotesi comiche, per estendere le trovate narrative in veri e propri schetch. Con la chiara intenzione di rendere quanto più comico possibile il tessuto drammaturgico. Cercando, al tempo stesso, di lasciare intatta la carica ironica del testo, destinandola ai suoi scopi minimi (se non di critica sociale) quanto meno di riflessione. La Compagnia Teatro Stabile Nisseno cerca di raccontare frammenti di verità (quando è possibile) attraverso lo strumento del divertimento: sia esso nel segno della commedia, che in quello, più surreale e fisico, della farsa.
c.s.