Resoconto dell’incontro promosso da Confindustria

 

CILIONE

Ieri pomeriggio ho partecipato all’incontro promosso a Catanzaro da Confindustria con tutti i capolista calabresi, anche se di questi candidati ben pochi se ne sono visti e fra le assenze spiccavano soprattutto gli esponenti dei partiti cosiddetti maggiori. Avrebbe dovuto essere, questo incontro, un importante occasione di dialogo fra il mondo della politica che domani rappresenterà il territorio, ed il mondo della produttività calabrese, invece molti hanno preferito snobbare l’appuntamento, ad ennesima dimostrazione che questa terra di Calabria non interessa a nessuno se non per specularci sopra! Anche per questo ho deciso di impegnarmi in prima persona in questa campagna elettorale, ed ho deciso di farlo con il MSI-Fiamma Tricolore, l’unico partito che ha avuto il coraggio di porsi come reale alternativa agli schemi del centro-destra, del centro-sinistra e di quel terzo mostro guidato da Monti. Non era possibile continuare un percorso insieme a chi sta mettendo in ginocchio il cittadino medio italiano aumentando la pressione fiscale e diminuendo le opportunità di occupazione. E non è possibile fare politica all’interno di partiti asserviti ad un sistema di potere guidato dalle lobbies finanziarie e bancarie senza avere minimamente cura e legame con il proprio territorio. La Fiamma Tricolore nasce fra la gente e vive fra la gente, ne condivide la quotidianità ed i problemi, ecco perché è l’unico movimento che può davvero rappresentare il territorio e la Calabria e perché con tanto orgoglio ed entusiasmo ho partecipato all’importantissimo incontro di Confindustria. La nostra Calabria, negli ultimo 60 anni, ma io direi anche negli ultimi 150 anni, quando i Savoia hanno invaso la nostra terra, è da sempre stata trattata e usata come una colonia. Le politiche si sono rivolte ai calabresi solamente per umiliare il nostro pur piccolo apparato produttivo fino a farlo quasi scomparire, in quanto la maggiore risorsa che bisognava sfruttare e che continua ad essere sfruttata, è quella delle braccia e dei cervelli che devono emigrare al nord. In questi anni, quindi, solo politiche di insano assistenzialismo e mai investimenti che potrebbero certamente valorizzare le vocazioni di questa terra. Prima fra tutte quella turistica, ma che mai decollerà fin quando non saremo dotati di infrastrutture adeguate a raggiungere e percorrere agevolmente tutta la Calabria. La seconda vocazione è quella eno-agricola, ma anche in questo caso senza infrastrutture ed un sistema logistico adeguato i prodotti della nostra terra diventano troppo lontani e troppo costosi per i mercati. Ma non solo. Affinché i nostri prodotti comincino ad entrare con forza nei mercati occorre promuovere unioni in consorzi di più produttori, magari creando anche un marchio di identità e qualità che riesca ad imporsi. Ed infine, la Calabria non può essere solo terra di grandi ipermercati e centri commerciali, non può essere solo terra di consumo. La Calabria può produrre, deve produrre e deve fare diventare il porto di Gioia Tauro un crocevia fondamentale per gli scambi industriali. Le potenzialità ci sono tutte, nel retro porto esistono centinaia di kilometri quadrati di capannoni abbandonati dove invece potrebbero nascere tante piccole e medie imprese che si alimenterebbero direttamente dal porto di Gioia e che da questo ridistribuirebbero i prodotti sull’intero mercato del Mediterraneo ed internazionale. Non dimentichiamoci che già la Calabria, a Reggio, ospita uno stabilimento dell’AnsaldoBreda, società che costruisce per tutto il mondo treni e metropolitane, e che sul territorio esistono ben tre Atenei universitari che formano continuamente giovani capaci, preparati e pronti ad essere immessi nel mercato del lavoro. Un mercato che in Calabria deve ancora crearsi, e che come detto ha grosse potenzialità se vengono effettuati gli investimenti giusti, come per esempio nelle produzioni nuove dove il target di mercato è ancora abbastanza libero. La produzione di biodiesel, un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili quali oli vegetali, alghe e grassi animali, analogo al gasolio derivato dal petrolio, potrebbe essere un settore di mercato nella quale la Calabria può specializzarsi e diventare eccellenza nel mondo. Alla Calabria non servono assegni staccati ogni tanto per sopravvivere, basta con l’assistenzialismo! Alla Calabria servono idee ed investimenti, ma soprattutto uomini, calabresi veri, che amano la propria terra e per questa si impegnino con amore, dedizione e competenze!

Comunicato Stampa – dr Fortunato Cilione – capolista alla Camera per Fiamma Reggio

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