Seria riflessione sui fatti di Melito Porto Salvo

 

Tilde Minasi

Quanto accaduto nelle ultime giornate, in riferimento alla cronaca che ha coinvolto il comune di Melito Porto Salvo nei suoi apparati politico – amministrativi, genera una serie di riflessioni che, volendo, potrebbero essere ricondotte, in via generica, al famoso ‘metro di misura’ che troppo spesso si usa con condotta differente per giudicare identiche condizioni. Commento gli avvenimenti succedutisi a Melito e culminati con l’arresto del sindaco Gesualdo Costantino, in quanto presunto appartenente alla criminalità organizzata, con una certa amarezza, alla quale si unisce una successione di interrogativi. Queste domande riguardano, soprattutto, i procedimenti con cui viene decretato lo scioglimento di un’amministrazione civica. A Palazzo San Giorgio abbiamo drammaticamente vissuto questa decisione ed alla luce di quanto letto sulla stampa in riferimento, appunto, a Costantino ed all’ex sindaco Iaria, viene spontaneo chiedersi quali iter siano stati seguiti affinché si determinasse l’inutilità di tale provvedimento per l’ente comunale della cittadina ionica, e, invece, a fronte di una relazione ministeriale piuttosto ‘monca’, la questione inerente Reggio Calabria sia stata considerata esattamente in maniera contraria ponendo fine all’esecutivo Arena. Eppure, in entrambi i casi, abbiamo assistito all’insediamento di una Commissione d’Accesso ed il filone sostenuto da questo organismo preposto ad indagare ha, per tutti e due i Comuni, delineato la necessità dello scioglimento. Con la differenza che a Melito Porto Salvo non accadde ed in riva allo Stretto sì, con tutte le conseguenze, sia in caso che nell’altro. Con la differenza che il primo comune era guidato da una giunta di centrosinistra targata Partito Democratico ed il secondo, come è noto, da una di centrodestra. Con la differenza che l’allora super prefetto De Sena, convenne che non fosse il caso di propendere per l’atto definitivo divenendo, a brevissimo termine, senatore della Repubblica proprio sotto la bandiera del Pd, i cui esponenti reggini, calabresi e nazionali, hanno sempre denigrato l’operato delle amministrazioni Scopelliti ed Arena, sbandierando il vessillo della legalità come se ne fossero gli unici ed esclusivi depositari. Dubbi che forse da qualcuno potrebbero essere considerati approssimativi, ma che sono generati non tanto dal ruolo di ex amministratore pubblico, bensì dall’essere una cittadina attenta a quanto accade anche al di là del territorio che quotidianamente si vive. Mi auguro che di tutta questa vicenda non si debba pensare riadattando per l’uomo, in un domani prossimo, ciò che George Orwell scrisse nel suo metaforico romanzo ‘La fattoria degli animali’: “Tutti gli uomini sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”.

c.s. – Avv. Tilde Minasi

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