Osservando la kermesse elettorale di questi ultime elezioni, a parte i soliti “grandi papaveri” della politica, vedi Bersani e Berlusconi, quello che possiamo notare è la quasi totale mancanza dalle notizie mediatiche, dei piccoli partiti, vedi M5S di Grillo, Centro Democratico di Tabacci, Ingroia con la sua Rivoluzione Civile, e Oscar Giannino con il suo Fare per Fermare il Declino. L’unico outsider che compare in continuazione è Monti, ma questo è dovuto solo al fatto che è il premier uscente. Poco si sa sui programmi e le proposte e idee che offrono questi movimenti politici, sia che essi siano di destra che di sinistra.
Possiamo solo osservare le critiche di Giovanni Favia, consigliere regionale emiliano espulso dal Movimento 5 Stelle e candidato alla Camera con Rivoluzione civile di Antonio Ingroia; il quale afferma : “Mi sono trovato fuori dal movimento perché una persona (Beppe Grillo, ndr) con due righe sul blog mi ha espulso. A un certo punto mi sono accorto che il Movimento 5 stelle stava cambiando e l’ho detto a Grillo”, aggiunge, “All’inizio pensavo che il problema fosse Gianroberto Casaleggio, ora non mi fido più neppure di Grillo”. Sul fronte dei programmi, il consigliere suggerisdce di “non partire dagli scontrini, ma dai grandi evasori, che si colpiscono potenziando le forze inquirenti”. Sul fronte dell’economia, Favia afferma che la priorità non sono le agevolazioni fiscali, ma gli interventi “per la piccola e media impresa. Un milione investito nei consorzi e nei distretti ne produce 16”.
Dal canto suo l’M5S, in silenzio ed in controtendenza alle aspettative, sta recuperando punti e consensi, sembrava destinato a calare sempre di più fino al giorno delle elezioni politiche. E invece nelle ultime settimane le intenzioni di voto degli italiani hanno indicato una netta ripresa della lista di Beppe Grillo. Per Ispo di Renato Mannheimer il consenso dei grillini è salito addirittura di 3,8 punti. Il Movimento 5 Stelle veniva infatti stimato al 12,6% nel sondaggio realizzato l’11 gennaio, mentre ora è segnalato dallo stesso autore al 16,3%; Ipr Marketing stima la crescita di consensi in 3,5 punti (dal 14 gennaio al 4 febbraio). L’Istituto Piepoli segnala una risalita di 3 punti netti (dal 15 gennaio al 4 febbraio). Intanto Il centrosinistra di Pier Luigi Bersani resiste al recupero di consensi di Silvio Berlusconi, la coalizione del Partito Democratico si affermerebbe sul centrodestra di Popolo della Libertà e Lega Nord con 5,5 punti percentuali di margine, 1,2 punti in meno rispetto a sei giorni fa. Il Cavaliere recupera ma si ferma al 29,1%. In due sole occasioni viene stimato oltre il 30%, da SpinCon ed Euromedia. Il Pdl viene valutato mediamente al 19,7%, la Lega Nord al 5,2. La Destra di Storace fa registrare dati disomogenei, oscillando dallo 0,7% indicato da Ipsos e il 2,6 indicato da Spincon. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e Ignazio La Russa si muove, infine, dall0 0,8% di Emg al 3% netto di Scenari Politici. Perde terreno Mario Monti, Alla Camera lo schieramento composto da Udc, Fli e Scelta Civica è mediamente al 13,8%. Rivoluzione Civile di Ingroia sembra aver arrestato la sua crescita. Il simbolo che unisce Federazione della Sinistra, Verdi, Italia dei Valori e Movimento Arancione di Luigi de Magistris passa in poco meno di una settimana dal 4,7 al 4,6% di consenso medio. Resteranno fuori dal Palazzo gli ultraliberali di Oscar Giannino e i Radicali. Le liste Fare per fermare il declino e Amnistia Giustizia Libertà, infatti, sono destinate a restare al di sotto dello sbarramento del 4% previsto alla Camera per le forze non coalizzate. Vedremo cosa succederà fra due settimane circa nel segreto delle urne elettorali, ma una cosa è certa il partito che vincerà sarà sicuramente quello degli indecisi e del non voto.