“Nel 1932 il grande meridionalista anglo-piemontese Umberto Zanotti Bianco, sorvegliato speciale del Regime, sfuggì ai custodi per scavare e scoprire in 20 giorni la Sibari greca. Venne poi fermato e allontanato perché il Provvedimento di Sorveglianza aveva stabilito nel 1928 che non dovesse mettere più piede in Calabria, territorio dove aveva troppo operato e aveva troppe amicizie e rapporti di collaborazione in vari settori, dall’istruzione alla sanità, dalla formazione ai beni Culturali ecc. Oggi, a distanza di 81 anni e a 50 anni dalla sua morte nel 1963, quel tesoro archeologico è finito di nuovo sotto l’acqua del fiume Crati. E rischia di andare definitivamente perduto,alla faccia degli scavi condotti con mezzi esigui e in condizioni e tempi estremamente sfavorevoli da Paolo Orsi e da Zanotti, e ai contributi di privati raccolti con intenso e faticoso impegno personale dallo stesso Zanotti tramite la gloriosa Società “Magna Grecia”. Spero che ancora una volta le iniziative di associazioni (alcune lodevolmente già in azione) e di privati cittadini possano aiutare la Soprintendente Bonomi, la Direttrice Silvana Luppino e il corpo dei Vigili del Fuoco a salvare questa parte di un Patrimonio Archeologico prezioso, che tutti affermano di voler difendere e valorizzare ma poi trascurano”.
Pasquale Amato
Storico, Presidente dei “Premi Sud Zanotti Bianco”
Per maggiori informazioni: Pagina facebook “Premi Sud Imberto Zanotti Bianco”