Ieri notte, in onda presso una famosa trasmissione a carattere politico in prima serata sulla rete nazionale, un servizio lodava, e proponeva, come soluzione alla crisi economica in cui soccombe attualmente la gente, la vendita della nuda proprietà dell’abitazione. Incredibilmente quello che dovrebbe essere l’ultimo gesto, forse anche il più umiliante, per chi ha comprato casa o ne possiede una, diventa invece un nuovo artificio per superare la crisi. Vendere la nuda proprietà della propria abitazione ad un prezzo di mercato ribassato, incassare i soldi, continuare ad abitarci (sino ad una determinato giorno stabilita con il compratore, in base al quale il prezzo varia proporzionalmente) pagare le tasse in maniera dimezzata, sostenere gli oneri condominiali ed infine lasciare l’immobile. Il servizio evidenziava questa “semplice” soluzione a portata di mano di ogni possessore di immobile che navighi in brutte acque. Sottolineando, oltre l’incasso immediato di denaro e le spese fiscali dimezzate, anche la perdita di eventuali rischi sull’immobile. Sicuramente, non ha tenuto conto della rivalutazione nel tempo nella consigliata convenienza, ed anche se a livello prettamente teorico questa può presentarsi come una soluzione, dal punto di vista pratico e psicologico per chi vi ricorre è solo extrema ratio, l’ultima soluzione per andare avanti. Per cui non può essere corretto prospettarla come una situazione normale. Forse, suggeriamo, sarebbe stato meglio lanciare un servizio che proponesse un sussidio minimo statale per chi non riesce a mantenersi economicamente, cosa che avviene in molte altre democrazie europee. Che cosa si voleva ottenere? Muovere il mercato immobiliare in crisi? O altro?….. A buon intenditor poche parole….