Amantea, 21 dicembre – Impossibile non cogliere negli eventi occorsi in Amantea la frustrazione dei profughi che da venti mesi in tutta Italia aspettano una risposta definitiva dal Governo e scoprono che la carenza di fondi sembra imporre per taluni la mancanza della attuale assistenza (vitto, alloggio e pocket money) e per gli altri il ritorno alle loro patrie dalle quali sono fuggiti per guerre ed eventi gravissimi, ma anche con la speranza di un domani migliore. Difficile accettare pur in questo particolare momento per tutta la nazione la mancanza di chiarezza sul loro futuro da cui le preoccupazioni e la loro rabbia che ad Amantea come altrove sfocia in fatti e comportamenti pur deprecabili e che poi comportano preziosi, ma pur forti, interventi della Forze dell’Ordine. Certo l’ultima delle cose da farsi è mettere in fuga sul territorio italiano decine di migliaia di profughi che potrebbero finire anche tra le mani delle organizzazioni criminali. Proprio per queste ragioni si impone che sia tempo di fatti e non di parole e che chi può fare faccia e subito. Continuare a proporre dialoghi tra sordi non è la soluzione per decine di migliaia di profughi che hanno al contrario bisogno di certezze e per quanto possibile di assistenza. L’Europa non ha nessuna competenza, mi adopererò affinché la Commissione europea intervenga sul Governo italiano per risolvere definitivamente il problema che vivono i profughi di Amantea e quelli di molte altre città.
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