“Era giusto provarci, è stato bello farlo insieme. Grazie di cuore a tutti” Con queste parole, Matteo renzi, antagonista alle primarie del centrosinistra, chiude la partita giocata con Pierluigi Bersani, riconfermato rappresentante del centrosinistra alla prossima corsa per le elezioni politiche. Bersani vince con una scarto del 20%, con il 60,9% dei voti contro il 39,1% di Renzi. Con uno scarto così alto cade ogni possibilità di ricorso alla conta dei voti, e ogni polemica sulla possibilità di voto a chi non aveva votato al primo turno cade nel vuoto, perché anche se tutti i 100.000 votanti che avevano chiesto di poter votare, avesse votato per Renzi il risultato non sarebbe cambiato. Renzi conclude la sua corsa con queste parole ai sui sostenitori: “Ho chiamato Pierluigi Bersani per fargli gli auguri. Lui ha vinto, noi no, dobbiamo essere chiari. Auguri e buon lavoro. Vorrei non avessimo alcun rimpianto. Abbiamo offerto un altro modello del centrosinistra, abbiamo raccontato due idee diverse di Italia. Abbiamo perso, io ho perso… Abbiamo provato a cambiare la politica, non ce l’abbiamo fatta, ora dimostriamo che la politica non ha cambiato noi”.
Bersani replica affermando che: “Da domani devo fare due cose. Primo, riuscire a dare un forte profilo di governo e di cambiamento al centrosinistra. Secondo, devo predisporre il percorso e gli spazi per dare occasione alla nuova generazione”. Oramai è entrato in campagna elettorale, e vede sempre più vicino la rivincita sul centrodestra dichiarando: “Dobbiamo vincere, ma non si può vincere a qualsiasi prezzo, raccontando favole, perché poi non si governa. Siccome la mamma della demagogia e del populismo è sempre incinta, noi dobbiamo prendere un’altra via. Dobbiamo vincere senza raccontare favole”. Comunque da queste primarie sembrerebbe uscire un partito che si è scopre aperto, scalabile e comunque contendibile, dove non funzionano più i veti incrociati dalemian-veltroniani né i blocchi imposti dai comitati centrali, ma che deve fare ancora molta strada per poter far colloquiare e lavorare assieme le varie ali di differente ideologia, vedi SEL ed alleanza UDC.
Ora Bersani ha davanti a se la sfida con un centrodestra che risulta allo sbando e frantumato in mille pezzi, tutti cristallizzati in posizioni che sembrano incongruenti. Osserveremo ora cosa proporrà in concreto colui che risulta vincitore incontrastato del centrosinistra, e che rinnovi veramente la faccia politica di questo PD, mettendo nuove facce ed energie giovani, e non le solite e ritrite idee e persone.