“Dire e non dire”, i dieci comandamenti della ‘Ndrangheta nelle parole degli affiliati

 

Dire e non Dire

Lunedì 26 novembre, ore 17.00 presso l’Aula Magna della Scuola Superiore Sant’Anna presentazione del libro
saranno presenti gli autori:
Nicola Gratteri, Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria  e  Antonio Nicaso, Scrittore e storico delle organizzazioni criminali
Moderatori:
Francesco Strazzari, docente di Scienza Politica della Scuola Superiore Sant’Anna.
Alberto di Martino, docente di Diritto penale della Scuola Superiore Sant’Anna.

Il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi porterà i saluti della città di Pisa

L’evento è organizzato grazie alla collaborazione di:
Istituto Dirpolis (Scuola Superiore Sant’Anna), Associazione culturale calabrese “Esperia” e Sezione soci Coop di Pisa.
Descrizione del libro (fonte: http://www.ibs.it):
Non sanno di essere intercettati e parlano a ruota libera. Di affari, di voti, di chi si è comportato “da stracristiano” e di chi invece non “ha abbassato la testa”. Parlano, gli uomini della ‘ndrangheta, ma non dicono tutto. Fanno lunghe pause, e dietro quelle frasi lasciate a metà si nasconde la ferocia della strategia criminale e il rispetto di un preciso codice di comportamento. E anche oggi che la vecchia ‘ndrangheta dei capibastone è diventata una multinazionale del crimine con ramificazioni in tutto il mondo, insospettabili contiguità con la politica e l’imprenditoria, un giro di affari miliardario, per gli affiliati la ‘ndrangheta è “la più bella cosa perché ha le più belle regole”: ha rituali, precetti, norme, principi. “Noi dobbiamo mantenerli certi valori, dobbiamo essere, come eravamo una volta, quello che ci hanno insegnato i nostri antenati” dice un boss calabrese. Anche i comandamenti restano quelli inequivocabili che si trovano nei codici della picciotteria: “non si sgarra e non si scampana”, “chi tradisce brucerà come un santino”, “la famiglia è sacra e inviolabile”. Persino la penetrazione nelle ricche regioni del Nord non ha mutato gli equilibri di un’organizzazione al tempo stesso globale e locale: i clan diversificano gli investimenti, riciclano montagne di denaro e aprono ristoranti in pieno centro a Milano, eppure, come dice un altro boss alludendo alla Calabria, “la forza è là, la mamma è là”, le radici della ‘ndrangheta sono ben salde fra i boschi e i paesi aggrappati ai dirupi dell’Aspromonte.

Comunicato Stampa –  Associazione Culturale Calabrese “Esperia” – www.associazionecalbresipisa.it

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